Dei recenti scavi presso l’Appia Antica, appena fuori Roma, non hanno fatto altro che confermare quanto già sapevamo da secoli, per non dire millenni: i nostri antenati romani amavano il vino, tanto, a volte troppo. Una ricerca di carattere archeologico ha condotto alla scoperta di un’antica cantina, presso un’illustre villa. Questa indagine ci dice molto del legame tra Roma e la bevanda preferita da Bacco.
La villa in questione è quella dei Quintilli, risalente alla metà del III secolo d.C. In realtà si tratta di un complesso abitativo di circa 24 ettari, di proprietà dei fratelli Quintilli (entrambi consoli nel 151). Per motivi politici, quel simpaticone di Commodo estromise i due fratelli dalla vita pubblica (vi lasciamo intendere in che modo). Siamo nel 182 circa.
Senza pensarci due volte, l’imperatore si appropriò del complesso di ville, attuando delle modifiche sostanziali alla struttura, ma soprattutto all’arredamento e alle decorazioni. Tali modifiche si sono incredibilmente conservate nel tempo, giungendo intatte fino ai giorni nostri. E qui ritorniamo agli scavi archeologici.
Quest’ultimi hanno riportato alla luce un’antica cantina, probabilmente voluta dai Quintilli, ma che è stata costruita addirittura dopo il regno di Commodo. La cantina presenta tutte le caratteristiche che un interrato di lusso doveva avere: zone adibite alla pigiatura dell’uva, alcuni torchi per il vino, delle tinozze per il mosto e anfore per la fermentazione/conservazione del prodotto finale.
Ma qui stiamo parlando di una cantina imperiale, in qualche modo doveva pur distinguersi, giusto? E allora si realizzarono dei pavimenti piastrati in marmo – molto scomodo perché scivoloso oltre misura quando bagnato ma ehi, siamo romani, siamo ricchi, la comodità è l’ultima delle nostre prerogative – con l’aggiunta di enormi macchinari per la pigiatura.
Dulcis in fundo, all’esterno della cantina, di fronte il giardino, si ergeva una maestosa fontana, incorporata ad una facciata alta circa un metro. Il ninfeo romano presentava tre nicchie centrali dalle quali sgorgava vino. Eh già, una fontana di buon vino. Ora capite perché i romani spesso e volentieri alzavano il gomito…