Primavera, estate, autunno, inverno. Per noi sono semplici stagioni, per gli antichi greci celavano un significato estremamente più profondo, legato al culto dei Misteri Eleusini. Appunto, un culto misterico che deve il suo nome alla città di Eleusi (a 20 km da Atene), il quale si teneva in onore di Demetra, Dea della natura e del raccolto, e sua figlia Persefone. Ma dietro il rito si materializzava un mito di centrale importanza.
Il racconto vuole la bella Persefone essere rapita dal Dio degli inferi, Ade, il quale ha intenzione di prenderla in sposa, rendendola de facto la regina del regno dei morti. Demetra, che non sopporta tale perdita, si mette alla ricerca di sua figlia, peregrinando in lungo e in largo per il mondo, giungendo ad Eleusi. Qui si eresse un tempio in cui gli uomini avrebbero potuto praticare i riti della Dea. Tuttavia Demetra, infuriata per la lontananza della figlia, scatenò una carestia tale da far storcere il naso a Zeus.
Quest’ultimo, per ovviare alla delicata situazione, trovò un compromesso con Ade. Persefone avrebbe riabbracciato la madre una volta l’anno (a febbraio), salvo poi tornare negli inferi (a settembre). Ed ecco che i greci trovarono il modo di suddividere le stagioni calde (primavera, estate) da quelle fredde (autunno, inverno) grazie al mito.
Gli abitanti di Eleusi praticavano il culto dei Misteri Eleusini due volte l’anno, corrispondenti al ritorno di Persefone sulla terra e alla sua nuova discesa nel regno dei morti. I seguaci del rito speravano di raggiungere la vita dopo la morte attraverso atti di purificazione. La cerimonia si apriva con una processione che da Eleusi giungeva fino ad Atene, per poi ripercorrere la via sacra al contrario. Il rito, essendo segreto, si teneva in un luogo protetto, in cui erano ammessi solamente gli iniziati.
Ovviamente il mantenimento di questa segretezza era di vitale importanza per l’esistenza stessa del culto misterico, il più importante nell’antica Grecia. Inizialmente al culto potevano partecipare solamente iniziati originari di Eleusi, man mano però si ammisero gli ateniesi e, infine, tutti i greci. Si credeva che la rinascita di Persefone rappresentasse la vita eterna, la quale poteva “fluire” di generazione in generazione solo attraverso la pratica rituale.
Questa assunse una valenza simbolica tale da essere oggetto del desiderio da parte dei popoli orientali e, non potevano mancare, da parte romana. Dato che i Misteri Eleusini prevedevano la visione di scene di vita dopo la morte, alcuni studiosi pensano che l’uso di sostanze psichedeliche da parte degli iniziati fosse quantomeno plausibile. Resta comunque il fascino del mistero per un culto così antico.