Quando si parla di Gladiatori la mente va automaticamente al film “Il Gladiatore” e alle scene splendide recitate da Russell Crowe. Ma bisogna capire che quello è vero e proprio spettacolo, così come lo erano i combattimenti nell’antichità. Non sempre la realtà trova riscontro oggettivo nella rappresentazione, e questo ha propugnato, nel tempo, una serie di falsi storici sui Gladiatori che ora vedremo insieme di smentire.
Iniziamo dal nome, che deriva dal gladius, spada corta (nell’immagine in basso), famigerata e letale compagna di viaggio dei legionari romani. Ricordando lo scontro corpo a corpo, si riprese questa come radice di un nome ormai inciso nella storia. Le feste durante le quali avvenivano invece i combattimenti fra Gladiatori erano i Ludi ed i Munera. Dato il panem, non restava che dare anche i circenses, per restare in ottica romana.
Immaginiamo che dunque i giochi stanno per iniziare. Il primo falso storico si ritrova nel saluto che si riscontra anche nel film e che si ritiene consuetudine di tali spettacoli: “Ave Caesar, morituri te salutant“. Solo in un caso, un unicuum della storia gladiatoria, si ritrova tale tipo di saluto. Si tratta della Naumachia (battaglia navale all’interno del Colosseo) organizzata dall’Imperatore Claudio nel 52 d.C.
C’è infatti un problema di fondo, che ci collega direttamente al secondo falso storico. I Gladiatori non morivano quasi mai nell’arena, non conveniva a nessuno. Prima di solcare l’arena di battaglia, questi futuri lottatori si addestravano nelle ludus, delle palestre o centri di allenamento per la lotta. Queste erano gestite dai lanisti, ex gladiatori che si dedicavano all’insegnamento della loro arte.
Vi era poi un’altra importante figura, quella dell’Editor. No, non ragionate in termini moderni, si trattava di tutt’altra professione. L’Editor era colui che organizzava tali spettacoli e, in caso di decesso di un gladiatore, doveva risarcire profumatamente il lanista che lo aveva addestrato. La morte di uno di tali uomini di spettacolo e di combattimento non faceva comodo a nessuno, anzi, faceva perdere soldi e tempo a tutti.
Un’altra vicenda interessante, in chiusura di questa prima parte, è quella inerente il sesso dei combattenti. Nel corso dell’articolo, come spesso succede anche nelle discussioni quotidiane, si è usato il maschile “Gladiatori”, ma a combattere, ogni tanto, erano anche le “Gladiatrici”, o meglio “mulieres ad ferrum“. Ne parleremo meglio nella seconda parte e sfateremo qualche altro falso mito inerente questi spettacoli dell’antichità.