Circa 15.000 anni fa i discendenti dei lupi furono addomesticati per la prima volta. Un giorno particolare e degno di nota. Da allora abbiamo al nostro fianco un animale eccezionale, fedele e, soprattutto (per la storia) utilissimo. Da migliaia di anni l’uomo non fa a meno del cane, e viceversa. Proviamo a capire come inizia questo bel rapporto.
Innanzitutto dobbiamo pensare che, in un periodo così remoto e difficile, quasi nulla si faceva per diletto, o meglio senza guadagno. Proviamo ad entrare in quest’ottica e capiamo che i primi cani addestrati dall’uomo servivano effettivamente a qualcosa. Cani da caccia, cani da pastore o cani da guardia. Avevano un loro preciso ruolo all’interno della società e lo svolgevano bene. L’affetto non era ancora l’elemento principale del rapporto uomo-cane.
Tuffiamoci ora pienamente nella storia e parliamo del cane Saluki, o Levriero Persiano (in foto sotto). Il primo di cui abbiamo tracce archeologiche certe. I resti ritrovati di tali animali risalgono circa al 4000 a.C., ben 6.000 anni fa. Si pensa fossero dei cani molto intelligenti e obbedienti e le loro raffigurazioni si trovano su porcellane provenienti da Susa e risalenti alle date sopra indicate.
Anche gli antichi Egizi pare avessero un buon rapporto con loro. Sebbene prediligessero, com’è noto, i gatti, anche i nostri amici più grandi erano tenuti in buona considerazione. La rappresentazione di Anubi, dio degli inferi, canonicamente connaturata da forte teriomorfismo, lo vedeva con forma di canide e legata allo sciacallaggio. Per quanto riguarda gli antichi Greci invece è celebre la vicenda del mitico Taurone.
Arriviamo più ad un’epoca e ad un’area più vicina a noi: l’Antica Roma e Pompei. Qui, nelle case appartenenti ai ceti più abbienti, vi erano dei mosaici rappresentanti i cani legati alle catene e la celebre scritta “Cave canem“, ovvero “Attenti al cane” (visibile nella prima foto). Chiara testimonianza del fatto che anche qui i cani abitavano alcuni spazi condivisi con gli uomini o comunque avevano qualche rapporto con essi.
Per quanto riguarda l’aspetto più violento e triste invece, fin dall’antichità vi è un filo rosso che raggiunge le Guerre Mondiali e quelle più attuali. I cani partecipavano e, purtroppo, partecipano ancora a tali conflitti. Lottano e muoiono per cause che sono a loro totalmente sconosciute ma salvano anche alle volte dei soldati, come nel caso del Sergente Stubby, Boston bull terrier che servì nell’esercito USA durante la Prima Guerra Mondiale (in foto sopra).