La vicenda di Harald III, un re guerriero della Norvegia che viaggiò in lungo e in largo e vinse dovunque, si iscrive di diritto nelle pagine dedicate ai grandi condottieri. Nato nel 1015, o forse nel 1016, visse peregrino e combattente in tutto il mondo, prima di tornare nelle sue terre e riuscire a diventare re con un escamotage. Ripercorriamone insieme, brevemente, le vicende.
Harald III, detto Hardråde (“Duro consiglio“) nacque a Ringerike, in Norvegia. Fratellastro di re Olaf Haraldsson, lo ammirò da subito e sin da bambino ambì a quel trono per lui presto rivelatosi maledetto. Era lì, tangibile e bramato, ma più si avvicinava, più il trono gli rifuggiva. Nel 1028 infatti, quando il giovane guerriero aveva poco più di 12 anni, Canuto I, re danese d’Inghilterra, invase le terre norvegesi.
La Norvegia aveva un nuovo re: Canuto I, vincitore della battaglia di Stiklestad, nel 1030. Harald fu costretto dunque a fuggire in tenera età e raggiunse, passando per l’Ucraina, le terre russe della Rus’ di Kiev. La moglie del re Jaroslav era infatti una sua lontana parente e lo accolse. Qui cominciò a fare fortuna e a dimostrare le sue doti da guerriero, saccheggiando e arricchendosi a dismisura.
Una tresca amorosa con quella che diverrà in seguito la sua futura moglie, Elisabetta, figlia di Jaroslav, lo costrinse a fuggire nuovamente. Una caratteristica della sua vita era, senza dubbio, il perenne peregrinare. Arrivò dunque a Bisanzio. Anche qui scalò velocemente i vertici e divenne comandante della guardia variaga. Cosa era? Un gruppo di mercenari svedesi, danesi, norvegesi e islandesi, al servizio di Costantinopoli (ritratta qui sopra).
Dopo aver ottenuto vittorie in Sicilia, Nord Africa, Palestina, Gerusalemme, e in molti altri posti, la sua fama e la sua ricchezza aumentarono nuovamente. Poté finalmente sposare la sua amata Elisabetta. Le belle sorprese non finirono qui: nel 1045 tornò da ricco e potente nella sua Norvegia dove regnò al fianco del nipote Magnus I. Quest’ultimo morirà in circostanze sospette e Harald III diverrà unico re di Norvegia, combattendo per difendere il titolo durante tutti i suoi 12 anni di regno.
Il 25 settembre del 1066 però, mentre cercava di conquistare la sempre ambita Inghilterra, incontrò la sua morte. Le cronache narrano che una freccia lo colpì alla gola, e quando un suo uomo gli chiese se era ferito gravemente, rispose con una battuta. “La freccia è piccola, ma fa il suo lavoro“, pare che fu la sua risposta. L’ultima risposta di un uomo che inseguì e raggiunse il suo sogno, pur dovendo girare per il mondo e combattere valorosamente per raggiungerlo.