Dimenticate per 5 minuti il vostro nome, cancellate temporaneamente ogni informazione sulla vostra identità; fate finta di essere un’altra persona, che vive in un tempo passato. Vi chiamate Hans Conrad Schumann, siete nati a Zschochau, un piccolo paesino nella Sassonia centrale, il 28 marzo 1942. La vostra famiglia non è ricchissima, ma comunque arriva a fine mese.
Trascorrete l’infanzia e la prima adolescenza mentre il vostro paese, o parte di esso, vive una fase storica determinante. Non potete fare a meno di assorbire gli insegnamenti della Repubblica Democratica Tedesca, più comunemente nota come DDR. Spunti e personali convinzioni politiche che vi spingono, all’età di 18 anni ad arruolarvi come sottufficiale nell’esercito della Germania Est. È il 1960.
I superiori notano una spiccata tenacia, nonché l’incrollabile fede negli ideali socialisti. Ragion per cui entrate a far parte della Bereitschaftspolizei, ovvero la polizia antisommossa. Un nuovo incarico che vi permette di trascorrere giornate intere sul confine artificialmente delineato tra le due anime della Germania. Un confine rappresentato da una fitta linea di filo spinato, dove tra poco invece sorgerà un massiccio muro mattonato.
Quindi giunge il 15 agosto 1961, un giorno come gli altri, all’apparenza. Sì, fa abbastanza caldo e sì, notate qualche momento che vi raschia il cuore, come uno scambio amorevole tra una madre ed una figlia che vivono rispettivamente ad est e ad ovest di Berlino. In quel momento cominciate a ragionare su una pazza idea, no, è troppo folle per metterla in pratica, non potete farlo, andrebbe contro i vostri ideali, sareste dei traditori…
Camminate avanti e indietro in modo agitato, fumate come una ciminiera, i vostri occhi cercano di nascondere una convinzione che man mano si fa strada nell’animo: saltare. Saltare quel maledetto filo spinato, prima che sia troppo tardi. Dall’altra parte, nell’ovest, qualcuno nota il comportamento che vi caratterizza. Il caso vuole esso sia un fotografo di nome Peter Leibing. Qualcosa sta per accadere.
Ecco. Qualcuno vi incita a farlo e voi…Lo fate! Saltate, saltate verso la libertà. Gettate il fucile e dei soldati dell’ovest vi accolgono nella camionetta stazionata lì vicino. Ora, tornate in voi, non siete più Hans Conrad Schumann. Il ragazzo trascorrerà il resto della sua vita con un peso enorme sulle sue spalle: il peso di chi ha scelto la libertà sacrificando l’affetto di amici e familiari. Troppo da sopportare. Il 20 giugno del 1998, dopo essersi rifatto una vita da zero in Baviera, l’ex sottufficiale della DDR pone fine alla sua vita, suicidandosi. Resterà comunque il protagonista di uno degli scatti più iconici del XX secolo.