La statuetta neolitica rinvenuta nel sito archeologico dell’antica città di Çatalhöyük, centro-sud della Turchia, potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle indagini storico-archeologiche condotte da anni in zona. Prima di addentrarci nel significato profondo di una scoperta simile, analizziamo attentamente il manufatto, il quale ha tanto da dire e tramandare.
Si tratta, come sottolineato nel titolo, di una statuetta neolitica raffigurante (con molte probabilità) la Dea della fertilità. L’oggetto, fine per particolari e intaglio, dovrebbe avere all’incirca 7.000 anni d’età. Gli esperti azzardano anche un millennio in più, ma le stime sono quel che sono e per ora si è cauti sulla datazione. Gli artigiani di Çatalhöyük realizzarono l’oggetto votivo lavorando la pietra calcarea ricristallizzata, ciò tra il VI e il V millennio a.C.
Un’enorme rarità, se pensiamo che la totalità delle statuette rinvenute fino ad oggi nell’area sono in argilla. Per questa ragione gli addetti ai lavori hanno maturato una seconda ipotesi sul significato del manufatto. Potrebbe trattarsi di un’anziana donna particolarmente nota nella società di Çatalhöyük, tanto da voler per sé un’opera di pregevole fattura.
17 centimetri in lunghezza per 11 in larghezza, la figura presenta dei dettagli notevoli, come i capelli raccolti con una crocchia o le braccia distaccate dal busto (elemento unico). Tutto ciò suggerisce come l’intaglio sia stato fatto da un professionista del mestiere, forse un artigiano particolarmente rinomano della zona.
Il supervisore del sito di Çatalhöyük nonché professore di antropologia nell’Università di Stanford, Ian Hodder commenta così la scoperta: “Mi sono immediatamente reso conto dell’importanza del ritrovamento. La statuetta potrebbe segnalare un passaggio da un’economia di condivisione a un’economia di scambio, dove le risorse potrebbero essere accumulate in modo non uniforme. Pensiamo che la società neolitica conosca un sostanziale cambiamento tra il VI e il V millennio a.C., divenendo relativamente meno egualitaria, con case più indipendenti e più basate sulla produzione agricola“.
Il cambiamento al quale allude il professore britannico non è repentino, sia chiaro. Insediamenti umani a Çatalhöyük sono certificati dal 7.500 a.C. La società in loco raggiunse il suo apice mezzo millennio dopo, perciò le parole di Hodder trovano riscontro analizzando un periodo di tempo relativamente lungo. Ciò non fa passare in secondo piano la sorpresa per il ritrovamento di questa sensazionale statuetta neolitica!