Per gestire un impero immenso sono necessarie delle buonissime difese, e questo i romani lo sapevano bene. Alla base di ciò ci fu la decisione di Adriano, nel 122 d.C., nel far costruire il Vallo che da lui prese il nome. Lungo i limes di frontiera erano poi collocati i Milecastle, secondo la storiografia inglese, o Castella (Castellum al singolare), come li chiamavano i romani. Se ne trovava circa uno ogni miglio.
La scoperta di oggi riguarda proprio uno di questi, più precisamente il Milecastle 46. Lungo il Vallo di Adriano infatti si trovano ben 80 di queste fortificazioni rettangolari, numerate da est verso ovest con numeri che vanno da 1 a 80 appunto. Tale sistema di conteggio venne introdotto sul finire dell’800 e divenne prassi negli anni ’30 del secolo scorso.
Ma come si costruivano questi fortini? C’è qui da segnalare una grande differenza fra la zona orientale e zona occidentale del Vallo. Nella prima infatti si trattava di costruzioni in pietra, ad occidente invece si accatastava il manto erboso e si costruivano palizzate in legno.
Erano opere molto robuste e resistenti, con mura ampie fino a 3 metri e alte anche 6. Proprio nel Milecastle 46, in questi giorni, degli importanti reperti hanno rivisto la luce. Un particolare braccio di una doppia bilancia, che era una sorta di misto tra una bilancia normale ed una stadera, basata sul principio della leva. Solo altri 11 pezzi del genere si trovano nel Regno Unito e questo è il primo ritrovato nei pressi del Vallo.
Un’altra scoperta interessante è stata quella di un pozzo all’interno del Castellum, scoperta sensazionale perché unica nel suo genere. I pozzi infatti di solito non si trovavano all’interno dei fortini. Essi sono dei grandissimi agenti di conservazione anaerobica di reperti, data la loro forma e la loro profondità. Una volta in disuso il pozzo fu chiuso con ingenti massi, forse provenienti dal fortino stesso.
Infine l’ultimo, raro, ritrovamento: una sepoltura al di fuori del Vallo, anche questa inusuale. Il defunto giaceva in un sudario e probabilmente la morte e l’inumazione avvennero quando il Castellum era ancora in uso nel tardo-impero. L’analisi dei ritrovamenti entusiasma gli archeologi e gli storici, all’opera per trovare nuove risposte e conoscenze inerenti la storia romana in Britannia.