Nel contesto della Prima Guerra Mondiale molte furono le innovazioni tecnologiche di impronta bellica e no. Purtroppo però questo fu uno di quei casi in cui l’avanzamento e le migliorie non furono latori di innovazione costruttiva e reali avanzamenti, bensì di morte e distruzione. Oggi parleremo di Zeppelin e Gotha, i bombardieri tedeschi che diedero inizio alla macabra pratica dei bombardamenti aerei nel corso dei conflitti.
Già dal 1915, a Londra, erano cominciati i primi bombardamenti aerei degli Zeppelin, anche se non furono massicci e degni di nota. Al contrario di quello che l’immaginario ci induce a pensare, non si tratta di moderni e leggiadri aerei che volteggiano nell’area. Parliamo invece di veri e propri dirigibili, lunghi oltre 150 metri e alti 24 di fabbricazione tedesca, al servizio dell’esercito dei Kaiser.
Molto facile era per le contraeree mirare e abbattere questi palloni volanti oblunghi. Solamente nell’anno successivo, il 1916, arrivò l’autorizzazione del Kaiser Guglielmo II alla guerra aerea. Dava inizio ad una pratica che sarà molto più sviluppata e potenziata (in negativo) nel corso del Secondo Conflitto Mondiale. La morte giungeva dal cielo, non nella stessa misura dei campi di battaglia, ma erano i primi timidi passi di un fenomeno destinato a larga diffusione.
Proseguendo sulla nostra linea temporale, giungiamo al 1917. La casa produttrice Gothaer, visto e considerato il grande successo del suo modello di bombardiere, vendette la licenza alla Siemens-Schuckertwerke (SSW). Nasceva il Siemens-Schuckert D.III, principale attore dei bombardamenti di Londra dell’anno in questione.
Cominciava così la “Operazione Turkenkreuze“, il primo sistematico assedio aereo di una cittadina (Londa per l’appunto). Alla fine del conflitto, le vittime dei bombardamenti, tra morti e feriti (anche a causa di gas) furono circa 4.743. Non un numero ingente e non con l’effetto sperato dal Kaiser e dalle alte sfere militari tedesche.
Come per la guerra sottomarina, per la quale ancora una volta la Germania fu pioniera, si ottenne l’effetto opposto a quello sperato. Se attaccando direttamente i civili si sperava di indebolirne l’opinione e fiaccarne l’orgoglio nazionale, si ottenne l’esatto contrario. Feriti, stanchi del conflitto e dei razionamenti, gli inglesi reagirono però inferocendosi e incendiando il loro orgoglio, il contrario di quello che la Triplice Alleanza poteva sperare.