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antichi romani cucchiaini

Gli antichi Romani misuravano le medicine con dei minuscoli cucchiaini?

Alcuni ricercatori hanno incentrato un recente studio sul fatto che gli antichi Romani usassero dei piccoli cucchiaini per dosare le medicine. L’idea è partita dal fatto che su alcune cinture di epoca romana erano presenti dei piccoli oggetti che assomigliavano in maniera sospettosa a dei cucchiaini. Da qui la domanda: perché mai appendersi dei cucchiaini alla cintura? Così qualcuno ha ipotizzato che potessero servire per misurare le medicine, ma non tutti sono convinti della bontà di questa ipotesi.

I cucchiaini della discordia degli antichi Romani

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Crediti foto: @Stanisław Kontny per Praehistorische Zeitschrift

Lo studio in questione lo trovate sulla rivista Praehistorische Zeitschrift. I ricercatori hanno esaminato 241 accessori per cinture a forma di cucchiaio, provenienti dall’Europa settentrionale e dalla Scandinavia meridionale. Questi oggetti risalivano tutti al periodo romano.

Gli oggetti metallici in questione erano di varie dimensioni, ma solitamente erano lunghi 6 centimetri e con un diametro di 1,7 centimetri. La maggior parte di essi, poi, si trovavano nelle tombe di uomini, accanto alle armi.

A dire il vero qualcuno aveva pensato che questi cucchiaini fossero strumenti per l’igiene delle orecchie. O gli antichi Romani avevano delle orecchie in stile Dumbo o ha ragione Andrzej Kokowski, co-autore dello studio e direttore dell’Istituto di archeologia presso l’Università Maria Curie-Skłodowska di Lublino, in Polonia, che ha fatto notare a Live Science come le dimensioni dei suddetti cucchiaini fossero troppo grandi per potersele infilare nelle orecchie. Da qui la domanda: a cosa servivano veramente questi cucchiaini?

soldati romani

Secondo Kokowski, visto che i cucchiaini si trovavano in tombe di uomini armati, potevano servire ai guerrieri per ingerire e dosare stimolanti con cui combattere lo stress da battaglia. Ma purtroppo ci sono scarse prove letterarie o botaniche che suggeriscono quali piante i popoli germanici ingerissero o fumassero droghe.

Così Kokowski e i suoi colleghi hanno iniziato a studiare quali droghe fossero disponibili all’epoca. E pare che le tribù germaniche potessero scegliere fra papavero, luppolo, canapa, giusquiamo, belladonna e diversi funghetti allucinogeni.

Tuttavia, per loro, il “potenziatore emozionale” più papabile era collegata all’ergotismo, ovvero una malattia della segale causata dal fungo Claviceps purpurea. Ed è noto che l’ergotismo causa allucinazioni negli esseri umani.

Secondo Kokowski, i guerrieri essiccavano le erbe e usavano poi il cucchiaino non solo per ingerirle, ma anche per dosarle. Mancano però le conferme, visto che i ricercatori non hanno esaminato dal punto di vista chimico tali cucchiaini per trovare tracce di queste droghe.

abitudini romani foto Colosseo

Come anticipavamo, però, non tutti sono concordi. Winston Black, esperto di storia della medicina presso la St. Francis Xavier University in Nuova Scozia, non solo ha ricordato che non ci sono testimonianze scritte sull’uso di queste sostanze da parte delle tribù germaniche, ma ha anche messo in dubbio il fatto che tali popoli usassero queste piante proprio come stimolanti.

Questo perché i pochi scritti arrivati fino a noi riferiscono come queste piante fossero usate come antidolorifici e narcotici per sedare i pazienti, non come stimolanti. E dubbi ha anche per quanto riguarda l’ergotismo: secondo Black è difficile che qualcuno possa “combattere efficacemente sniffando l’ergot”.