Passeggiare per la campagna bretone, nell’estremo nord-ovest francese, significa potenzialmente camminare tra monoliti vecchi più di 6.000 anni. Ah, questa fresca aria di novità. A parte gli scherzi, il complesso monolitico di cui vi parleremo oggi, per l’appunto gli allineamenti di Carnac, è uno dei più estesi al mondo. Esso nasconde misteri, dubbi, è avvolto da leggende che hanno a che fare tanto con il cristianesimo quanto con il paganesimo.
Sebbene gli abitanti locali fossero a contatto con i vari menhir e dolmen da sempre, solamente nel XVIII appaiono i primi documenti scritti (nonché le prime considerazioni ufficiose) che si riferiscono alle “pietre” di Carnac. Il primo ad ipotizzare un utilizzo di carattere funerario degli allineamenti fu il marchese Christophe Paul de Robien, presidente del parlamento bretone. Egli riconobbe tra le altre cose la centralità dei celti nell’evoluzione storica del territorio.
Ma le ipotesi avanzate dal marchese bretone furono solamente il primo tassello di un misterioso mosaico ancora oggi irrisolto. Prima di fornirvi alcune idee sullo scopo degli allineamenti, vogliamo darvi qualche informazione di carattere pratico. Cerchiamo di rendere chiara una volta per tutte l’entità della questione: gli allineamenti di Carnac sono in realtà più complessi accomunati dalla vicinanza geografica.
I siti più importanti sono quello di Kermario, Kerlescan e di Mènec. All’incirca dovrebbero esserci sulle 3.000 unità monolitiche. Tornando alle teorie, ce ne sono due in particolare che colpiscono l’immaginario comune: la prima vuole che laddove sorgono le pietre di Carnac, vi si trovassero in tempi antichi luoghi di culto. Templi neolitici dei quali sarebbe rimasta la pianta.
La seconda ipotesi, avanzata attraverso studi geomorfologici, pretende un fatto di base plausibile: le culture che hanno realizzato gli allineamenti di Carnac e il complesso monolitico di Stonehenge erano collegate. Alcuni studi sarebbero giunti a queste conclusioni attraverso un gioco di linee sulla mappa, fatto di incroci e coincidenze.
Quale che sia la verità, si possono trarre delle conclusioni sul mistero di Carnac. I siti presi in analisi dimostrano come ci sia una conoscenza geometrica avanzata alla base delle costruzioni monolitiche. In secondo luogo, un collegamento tra i complessi potrebbe certificare un’antica e sviluppata conoscenza della geografia e della mappatura, una conoscenza che, ahinoi, non abbiamo modo di constatare. Magari un domani sì, chi lo sa.