La cronotassi papale mostra una lunghissima lista di pontefici solamente maschi: la massima carica della Chiesa Cattolica è infatti preclusa alle donne. Tuttavia, una leggenda assai nota ci racconta di una donna, Giovanna, che con l’inganno e l’astuzia riuscì a sedersi sullo scranno di San Pietro fra l’855 e l’857.
Secondo la narrazione, una certa Giovanna proveniente dall’Inghilterra (come suggerisce il soprannome Anglica, che nel latino medievale indicava gli inglesi) studiò a Magonza, in Germania. Da lì giunse ad Atene al seguito dell’uomo che amava, il quale la aiutò a travestirsi da uomo per accedere ad un monastero e completare la propria formazione, con il nome di Johannes Anglicus. Le eccellenti doti di Giovanna alias Giovanni le permisero di costruirsi una notevole fama, tanto da condurla a Roma alla corte papale. Quando nell’855 venne a mancare Leone IV, i presbiteri romani convennero che Giovanni Anglico fosse la personalità più adatta a divenire il nuovo vescovo di Roma, soprattutto per la sua notorietà presso il popolo romano. In quell’epoca, infatti, le elezioni pontificali avvenivano per acclamazione del clero e del popolo dell’Urbe. L’attuale sistema del collegio cardinalizio entrò lentamente in vigore solamente a partire dall’XI secolo.
Giovanna, dunque, ascese al trono pietrino con il nome di Papa Giovanni VIII. Tuttavia anche lei fu affetta dallo stesso vizio dei suoi colleghi maschi, ossia una vita sessuale piuttosto dissoluta. Continuò infatti le frequentazioni con il suo amante, rimanendo incinta. Riuscì a camuffare abbastanza bene la gravidanza sino a quando, mentre passava tra la folla festante diretta da San Pietro a San Giovanni in Laterano, il cavallo che la trasportava improvvisamente si imbizzarrì provocandole un travaglio anticipato. Giovanna quindi partorì vicino alla Basilica di San Clemente, dinnanzi ad una folla basita. Il popolo romano, deluso dal castello di menzogne di una persona che tanto avevano ammirato, decisero di condannarla a morte. La povera Giovanna fu legata ad un cavallo che la trascinò lungo la strada fino a Ripa Grande, dove fu lapidata.
Certamente, la vicenda della “Papessa Giovanna” è soltanto una leggenda metropolitana, agevolata da una cronotassi papali in diverse parti lacunosa.