Gli antichi Egizi non adoravano solamente i gatti, ma amavano anche i cani. Come testimonia questo “cane meccanico” scoperto in un’antica tomba egizia. Cane che è a metà strada fra un giocattolo e una scultura, dotato di un semplice meccanismo che poteva anche farlo “abbaiare”.
A cosa serviva questo cane meccanico egizio?

Questa piccola scultura si trova ora ospitata presso il Metropolitan Museum of Art e raffigura un cane in procinto di saltare. Intagliata nell’avorio, la figura possiede una levetta sull’addome che, quando è spinta, permette alla statuina di aprire la bocca. Al suo interno si possono vedere i denti inferiori e la lingua di colore rosso.
Solo che questo cane meccanico è alquanto antico, visto che è datato intorno al 1390-1352 a.C. Lungo 18,2 centimetri dal naso alle dita delle zampe, secondo il MET la leva che permette di azionare la mandibola del cane in modo da fingere che abbai, un tempo era tenuta in sede da un cordino di cuoio infilato in piccoli forellini. Tuttavia, ad un certo punto, qualcuno sostituì il cordino con un tassello di metallo fissato sulla spalla della statua.
A dire il vero non si sa esattamente dove sia stato trovato originariamente questo cane meccanico. È certo che il MET ottenne la scultura niente meno che dalla collezione personale di Howard Carter, l’egittologo che scoprì la tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re, nel 1922.
Però nessuno sa da quale tomba Carter ottenne la statua. Secondo il MET, probabilmente si trovava in una tomba d’élite risalente al regno di Amenhotep III, il nonno di Tutankhamon, nel XIV secolo a.C.

Altra cosa che nessuno sa riguarda la sua funzione. Era un semplice giocattolo per dilettare bambini o dame? Era un oggetto magico, usato magari in qualche cerimoniale particolare? Difficile dirlo. Gli antichi Egizi erano molto affezionati ai loro cani. Alcuni erano usati per la caccia, altri per la pastorizia o la guardia, ma molti erano dei semplici animali domestici. E questa scultura raffigura proprio uno di questi cani domestici in quanto presenta delle linee intorno al collo, simili ad un collare.
In effetti, durante il Nuovo Regno (1550-1070 a.C.) i collari per cani divennero sempre più decorati ed elaborati. Spesso recavano l’iscrizione del nome del cane. Purtroppo questa scultura in particolare non ha un nome riportato sul collare. Il MET ha rivelato però alcuni nomi che comunemente venivano dati agli amici a 4 zampe: Nero; Figlio della luna; Buono a nulla… (vorremmo tanto fosse uno scherzo, ma il MET non scherza mai).

Ricordiamo, infine, come i cani fossero associati al dio Anubi, il dio dell’aldilà dalla testa di sciacallo. Per questo motivo a volte erano considerati come intermediari fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Inoltre uccidere un cane, specie se con collare, era considerato un crimine grave. Una famiglia che perdeva il suo amico a quattro zampe, ne avrebbe pianto la morte esattamente come avrebbe fatto con un parente umano, cioè radendosi le sopracciglia e mummificandoli, seppellendoli in specifici cimiteri per animali domestici in modo da potersi poi ricongiungere con loro dell’aldilà.