La notizia di oggi è alquanto peculiare, se non del tutto strana. Pensate di ritrovare oltre 100.000 monete antichissime, alcune di oltre 2.000 anni fa, e pensate di ritrovarle raggruppate e legate fra di loro. Proprio questo è avvenuto in Giappone, precisamente nei pressi del sito archeologico Sosha Village East 03, nella città di Maebashi.
Nel distretto di Sojamachi si stava costruendo una nuova fabbrica, niente di eccezionalmente degno di nota. I lavori subirono un’interruzione però a causa di tale rinvenimento: fasci di circa 100 monete ciascuno, tenute insieme da corde di paglia dette sashi. Ma non si trattava di monete recenti.
Proprio qui era nascosta un raro esemplare di Ban Liang, la prima moneta unificata di Cina, risalente al 175 a.C. Le altre monete erano più recenti, partendo dal VII secolo ed arrivando fino al XIII. Chiaramente questo non ne diminuisce minimamente il valore storico e culturale. Tutti questi denari si trovavano in un posto non esattamente immenso.
Il fosso in cui giacevano è ampio circa un metro e profondo non più di 60 cm. Gli studiosi ipotizzano che fossero state disposte così per avere disponibilità economica in caso di guerra. Una sorta di salvacondotto finanziario, da utilizzare in un momento di difficoltà. Si tratta di 1060 sashi, quindi abbastanza per una crisi bella lunga.
Le varie monete hanno ricevuto la giusta attenzione e disamina. Dagli studi approfonditi emergono circa 44 tipi di monete diverse ed estremamente eterogenee, anche nella provenienza. Alcune appartengono alla dinastia Han orientale, altre a quella Song meridionale. Ma perché si parla di tesoro del 1200 d.C.?
L’ipotesi avanzata è che l’ingente quantità di monete fu nascosta durante il tumultuoso periodo Kamakura. Tale lasso di tempo durò dal 1185 al 1333, ma si tratta ancora semplicemente di un’ipotesi. E se qualcuno si stesse chiedendo il perché della presenza di monete cinesi in territorio giapponese, la risposta in realtà è abbastanza semplice. Allora la valuta più forte, con la quale ci si interfacciava commercialmente nella regione, era proprio il Ban Liang cinese. Aspettiamo dunque notizie dal Giappone, in attesa sempre di conoscere meglio la storia.