C’è una foto, nella quale ci siamo imbattuti durante una ricerca sporadica e casuale, che ci ha trasmesso un po’ di rabbia, ma anche consapevolezza. Una fotografia datata in un giorno non meglio precisato tra l’inverno e la primavera del 1948, che vede come protagonista in primo piano (anche se un po’ di lato rispetto allo svolgimento della scena) un uomo decisamente adulto. Il suo nome è George W. McLaurin e in quella fotografia ha 63 anni.
L’uomo è seduto dietro un banco, intento a seguire una lezione. Eppure non è con gli altri, non può; perché? Il motivo è il colore della sua pelle, un colore che creava (e crea tutt’oggi) più di qualche problema nell’America di metà ‘900. Ma facciamo un passo indietro. Agli inizi del 1948 McLaurin fece richiesta per entrare nella University of Oklahoma, venendo respinto. Il 63enne non si arrese, chiedendo ed ottenendo l’ammissione attraverso la spinta del tribunale federale. Tutto molto bello, ma lo scoglio più grande, ovvero la segregazione razziale, ancora si ergeva in tutta la sua imponenza.
Sì, George W. McLaurin (1887-1968) fu il primo afroamericano ad entrare in quell’università, ma di certo non volle accontentarsi di ciò. Egli sentiva un fuoco dentro, una voglia matta di ribaltare uno status quo ingiusto e discriminatorio. L’ateneo per legge dovette “accogliere” McLaurin, ma comunque per lui dispose biblioteche, bagni, caffetterie e addirittura aule diverse da quelle normalmente frequentate. Si arrivò addirittura a far seguire le lezioni in corridoio, con la porta dell’aula aperta e l’uomo seduto fuori. La foto della quale vi parlavamo cattura proprio questa situazione. Noi sinceramente proviamo del malessere nell’osservarla.
Lo stesso malessere che spinse McLaurin a fare un ulteriore passo, intentando una causa contro l’Università dell’Oklahoma presso una corte distrettuale. Quest’ultima giudicò la segregazione ben radicata nello Stato e quindi non perseguibile. Nel frattempo altri studenti afroamericani entrarono nello stesso circolo del nostro indomito George, il quale ancora una volta volle proseguire nella sua battaglia, una lotta per un futuro migliore.
Nel 1950 l’uomo presentò il caso direttamente alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. L’azione diede inizio alla linea temporale della nota causa “McLaurin v. Oklahoma State Regents“. Appellandosi alla violazione del Quattordicesimo Emendamento .- in sostanza incentrato sul rispetto delle libertà altrui – McLaurin vinse il contenzioso, dando una delle tante picconate che man mano stavano sgretolando quell’orribile muro chiamato segregazione.
McLaurin riuscì a laurearsi e divenire in seguito professore presso un college frequentato prevalentemente da neri, la Langstone University. All’età di 73 anni, perciò nel 1968, si spense consapevole di aver combattuto per un diritto inalienabile dell’essere umano, quello allo studio. Un diritto per il quale vogliamo batterci allo stesso modo, perché avere facile accesso alla conoscenza è un grande passo verso un futuro prospero. Non dimentichiamolo.