Roma e la guerra sono due elementi che vanno a braccetto, due facce della stessa medaglia in grado di condizionarsi vicendevolmente. Il successo o il fallimento di un evento bellico inficiavano direttamente sullo stato di “salute” del potere romano. A garantire gloria e fama ci hanno pensato i grandi generali dell’Urbe. Alcuni di loro li abbiamo volontariamente omessi da questa mini-lista (speriamo Cesare non se la prenda), altri invece potrebbero suscitare interesse e sorpresa in voi, chissà. Che inizino i giochi!
Gaio Mario (157 – 86 a.C.) – Pensare al mutamento dell’esercito romano in età repubblicana significa, per forza di cose, rivolgere uno sguardo a quanto fatto dal generale e per ben 7 volte console Gaio Mario. Egli spinse per una riforma dell’esercito in grado di ampliare i reclutamenti, accogliendo nelle fila legionarie anche i nullatenenti. L’effetto a lungo termine fu quello di creare dei reparti strettamente legati al loro generale e ai successi da questo ottenuti. Sembra una cosa positiva, ma l’età tardo-repubblicana ne risentirà parecchio di questa novità.
Gaio Mario si distinse comunque per le sue imprese contro i germani, sconfiggendo Cimbri e Teutoni, i quali erano una minaccia per la stabilità della penisola. Nota è anche la sua campagna in Numidia durante le guerre giugurtine.
Publio Cornelio Scipione Africano (236 – 183 a.C.) – Se Annibale non soggiogò completamente Roma il merito è in larga parte di Scipione l’Africano. Già durante la seconda guerra punica, mentre il generale cartaginese discendeva l’Italia, Scipione creava scompiglio in Iberia, nel quartier generale cartaginese sul continente, ovvero Nova Carthago. Ma il vero successo, anche strategico se vogliamo, fu la definitiva Battaglia di Zama del 202 a.C. con la quale si dichiarava conclusa la guerra a favore dell’Urbe.
Gneo Pompeo Magno (106 – 48 a.C.) – Farsi un nome come luogotenente di Silla durante la guerra sociale. Diventare il volto principale della politica romana. Formare un bel triumvirato con gli altri due uomini più potenti di Roma, ovvero Cesare e Crasso. Arrivare ai ferri corti con il Dictator però fu un grande errore. Alla fine uno dei più grandi generali che Roma abbia mai conosciuto perì assassinato in Egitto. Pompeo Magno poteva essere tanto, poteva…
Germanico (15 a.C. – 19 d.C.) – Vendicare la disfatta di Teutoburgo è ammirevole, farlo con una grande vittoria ottenuta grazie a lampi di genio strategici è straordinario. Se Nerone Claudio Druso divenne Germanico fu per il successo ottenuto nel 16 d.C. in Germania contro Arminio. Purtroppo la fama del giovane creò invidia nel cuore di Tiberio, il quale decise di mandare il figlio adottivo in Siria. Ad Antiochia cadde malato (forse avvelenato dal governatore Pisone), spegnendosi tra familiari ed amici. Peccato.