Frozen Charlotte era il nome di una bambolina in porcellana prodotta durante l’età vittoriana, particolarmente diffuse negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Iniziarono a comparire per la prima volta nel 1840, in Germania, ed erano principalmente utilizzate come giocattoli per far divertire i bambini durante il bagnetto. Erano molto semplici, costruite utilizzando porcellana, prive di giunture per un maggior realismo estetico.
La maggior parte di esse avevano la pelle rosa chiaro, con una tinta vivace sulla sommità del capo, per colorare i capelli, facendoli risaltare. Non indossavano vestiti, che però potevano essere realizzati dalle padroncine. Esistevano diverse dimensioni: dai 2 fino a 40-45 centimetri. Quelle più piccole, a volte, le inserivano all’interno di torte come portafortuna per chi le avesse trovate. Altre, per assurdo, si ritrovavano all’interno di bare.
La maggior parte di esse costavano un solo penny, mentre i modelli più raffinati costavano di più. Negli USA iniziarono a fabbricare modelli per bambini afroamericani e versioni maschili, che si distinguevano da quelle femminili per il solo taglio dei capelli (genericamente più corto) ed erano soprannominati “Charlie“.
Il nome della bambola, “Frozen Charlotte” (letteralmente ”Charlotte congelata”), prende inspirazione dalla ballata popolare statunitense Fair Charlotte. Quest’ultima a sua volta, prende probabilmente ispirazione da una poesia del 1840 dello scrittore e umorista Seba Smith ”Un cadavere che va al ballo”. Questa racconta di una giovane donna di nome Charlotte morta congelata durante un viaggio in slitta assieme al suo ragazzo, mentre si dirigevano ad un ballo. Charlotte si rifiutò di indossare un mantello o una coperta per non nascondere il proprio vestito.
La poesia, molto probabilmente, si ispira ad un articolo apparso l’8 febbraio 1840 sul New York Observer, il quale raccontava della storia di una ragazza morta congelata durante un viaggio in carrozza mentre si dirigeva ad una festa la sera del 31 dicembre 1839. La ballata nacque quasi sicuramente con l’intento di mettere in guardia i bambini sul disubbidire ai genitori quando dicono loro di coprirsi bene per non ammalarsi.