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François Piçaud, la storia del vero Conte di Montecristo

Visto che si parla tanto del nuovo adattamento del Conte di Montecristo, è bene sapere come Alexandre Dumas padre non si sia inventato niente. O meglio: il suo romanzo, Il Conte di Montecristo, quello alla base di tutti i vari adattamenti televisivi e cinematografici, in realtà è tratto dalla vera storia di tal François Piçaud. Noto anche come Pierre Picaud, costui fu un calzolaio e criminale francese che ispirò Dumas a scrivere il suo romanzo.

François Piçaud, il vero Edmond Dantes del Conte di Montecristo

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Crediti foto: @Unknown sourceUnknown source, Public domain, via Wikimedia Commons

La storia di François Piçaud è narrata negli archivi della polizia francese. François Piçaud era un calzolaio di Nîmes. Anche lui, come il nostro Edmond, era fidanzato con una donna ricca, Marguerite Vigoroux. Tuttavia la donna aveva tre amici assai gelosi: Loupian, Solari e Chaubart. I tre si misero d’accordo per accusare falsamente François Piçaud di essere una spia per conto dell’Inghilterra (vi ricorda niente?). In realtà c’era un quarto amico, Allut, che sapeva benissimo che il calzolaio era innocente. Eppure tenne per sé le proprie conoscenze e così le forze dell’ordine imprigionarono Piçaud nel forte di Fenestrelle.

Qui l’uomo trascorse sette anni, venendo a conoscenza del motivo della sua prigionia solamente durante il secondo anno di carcere. Mentre era qui imprigionato, scavò un tunnel in una cella limitrofa e qui divenne amico di Padre Torri, un ricco prigioniero di origine italiana. Di nuovo tutto ciò non vi suona famigliare? Non sarà stato un Abate, ma la storia è quella.

Torri purtroppo morì un anno dopo, ma non prima di aver lasciato in eredità all’amico Piçaud tutto il suo tesoro nascosto a Milano. Piçaud riuscì a uscire di prigione solamente nel 1814, a seguito della caduta del governo imperiale (e non dopo una rocambolesca fuga come Edmond, ma ehi, qualche licenza poetica per rendere il romanzo avventuroso ci può pure stare).

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Crediti foto: @Paul Gavarni , Public domain, via Wikimedia Commons

Cosa fece Piçaud appena uscito? Ovviamente si precipitò a Milano per prendersi il tesoro. Poi, cambiando nome (Joseph Lucher, ma ammettiamo che Conte di Montecristo suona molto meglio), tornò a Parigi, passando ben dieci anni a studiare la sua vendetta contro gli ex amici. Qui inizia la fase criminale di Piçaud. Fingendo di essere l’abate Baldini, andò da Allute a Nimes e, dandogli un diamante, si fece raccontare tutto l’accaduto.

Il primo a morire per mano sua fu Chaubart, anche se non è ben chiaro se fu lui stesso a ucciderlo o se assoldò un assassino (si dice che il cadavere di Chaubart nella manica avesse un bigliettino con su scritto “Numero uno”). Successivamente si occupò di Loupian. Questo perché la ex fidanzata, due anni dopo l’inizio della sua prigionia, si era sposata proprio con Loupian, il quale all’epoca era un vedovo con due figli.

Piçaud pensò bene di ingannare la figlia di Loupian, facendole spostare un criminale che si era finto un ricco principe italiano. Il criminale svelò l’inganno durante il pranzo di nozze, fuggendo poi via. Per questo motivo Marguerite morì di crepacuore. Piçaud, non pago, diede fuoco al ristorante di Loupian, mandandolo sul lastrico. Ma Piçaud si era quanto incaponito con l’ex amico e così colpì anche il figlio. Gli fece rubare con l’inganno alcuni gioielli (un’altra versione parla di un furto in enoteca), incastrandolo poi per il crimine. Così il ragazzo fu spedito in prigione, mentre Piçaud pugnalò a morte Loupian.

Toccava ora a Solari, questa volta avvelenato da Piçaud (sulla bara comparve l’iscrizione “Numero due”). E Allut? Beh, lui avrebbe potuto scagionare Piçaud, ma non lo fece. Ma decise di giocare d’anticipo. Rapì Piçaud, probabilmente si fece raccontare tutta la storia e poi uccise l’ex calzolaio. Fu in effetti Allut a confessare tutto alla polizia francese prima di morire.

alexandre sumas
Crediti foto: @Nadar , Public domain, via Wikimedia Commons

Ovviamente Alexandre Dumas si ispirò solamente a questa storia, smorzandone un po’ i toni. Edmond Dantes, in effetti, non si accanì come Piçaud contro i famigliari dei suoi ex amici.

Di sicuro non si rimise insieme con la ex fidanzata, cosa che né il Piçaud originale né la sua controparte cartacea Edmond Dantes fecero mai. Capito sceneggiatori? Basta far finire Edmond insieme a Mercedes o dare l’illusione che potrebbero tornare insieme, che cosa mai vi ha fatto di male il finale del romanzo per essere stravolto ogni santa volta?