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Francisco de Orellana e quel “periglioso” viaggio lungo il Rio delle Amazzoni

Probabilmente quando il conquistador Francisco de Orellana decise di percorrere il Rio delle Amazzoni non aveva considerato le difficoltà di tale viaggio. Più che un viaggio, si può parlare di un’ordalia visti i disguidi, chiamiamoli eufemisticamente così, a cui andò incontro. Ma chi era costui? E perché decise di imbarcarsi lungo il Rio delle Amazzoni senza neanche sapere quanto fosse effettivamente lungo?

Francisco de Orellana e il transito del Rio delle Amazzoni

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Crediti foto: @Dominio publico, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Francisco de Orellana nacque a Trujillo, in Spagna, nel 1511 e morì lungo il Rio delle Amazzoni nel 1546. Fu un esploratore e conquistador spagnolo. Infatti, insieme a Francisco Pizzarro, partì per andare a conquistare l’impero Inca, trovò il tempo lungo la strada di fondare in Ecuador la città di Guayaquil, fu comandante in seconda di Gonzalo Pizarro durante la ricerca di El Dorado del 1541 e prese poi la decisione di percorrere il Rio delle Amazzoni.

Ma cosa successe, esattamente? In realtà pare che Orellana non fosse uno sprovveduto. Oltre a parlare lo spagnolo, conosceva anche il francese, il latino e diverse lingue indigene locali. Era un negoziatore, trattava con gli indios e si interessava di antropologia. Era anche un abile esploratore, ma quella spedizione amazzonica organizzata da Gonzalo Pizarro fu un disastro annunciato sin dall’inizio.

Pizarro era ossessionato dalla ricerca della mitica città di El Dorado. Secondo alcuni indios, tale città si trovava lungo le montagne dell’entroterra. Così Pizarro, nella speranza di arricchirsi con la cannella e l’oro, partì alla volta dell’interno con duecento spagnoli e circa quattromila portatori indios. Il suo secondo in comando fu proprio Orellana. Forse le informazioni iniziali non erano esattamente (o volutamente) corrette, forse qualcuno sbagliò strada. Vai a saperlo. Ma il gruppo si trovò sperso nella giungla dell’Ecuador. Altro che oro e cannella, erano talmente affamati che mangiarono anche i loro cani e cavalli.

E Orellana? Lui era partito dalla costa pacifica ed era arrivato a Quito. Da qui era ripartito per incontrarsi con Pizarro. Cosa che avvenne. Solo che Orellana si trovò di fronte agli spagnoli affamati. Pizarro decise così di spedire Orellana a cercare cibo. E lo fece a bordo del brigantino San Pedro, imbarcazione costruita dagli spagnoli a Rio Coca. Pizarro, però, raccomandò a Orellana di non superare la prossima diramazione del Coca e di tornare indietro in massimo due settimane.

In realtà Orellana sapeva benissimo che, se fosse partito, non sarebbe riuscito a tornare indietro. La corrente, infatti, avrebbe impedito al brigantino di ritornare. Anzi: secondo lui, percorrendo tutto il fiume, sarebbe sbucato nell’Oceano Atlantico. I posteri accusarono Orellana di aver abbandonato Pizarro, ma non fu così: obbedì agli ordini, ma semplicemente non poté tornare indietro per motivi logistici.

Così Orellana partì e arrivò nel territorio degli indios Aparia. Qui sperava di ricongiungersi con Pizarro. Tuttavia, parlando degli indios, decise che poteva provare a percorrere tutto il Rio delle Amazzoni. Ovviamente all’epoca nessuno aveva mappato il territorio e non c’era il GPS per dirgli che si stava accingendo ad affrontare un bacino di sette milioni di chilometri quadrati. Così Orellana, tutto preso dal suo progetto, costruì il brigantino Victoria.

Ovviamente spiegò ai suoi uomini che non potevano tornare indietro: la corrente era troppo forte. Oltre al fatto che non avrebbero mai potuto trovare tutto il cibo necessario. A quel punto i suoi uomini decisero che Orellana non era più il comandante in seconda di Pizarro, ma sarebbe stato il loro capo.

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Crediti foto: @Ximénex, Public domain, via Wikimedia Commons

Così Orellana e i suoi uomini partirono. Di cibo, ne trovarono ben poco. Se non fosse stato per i doni degli indios che incontrarono lungo il viaggio, sarebbero morti di fame. Il viaggio ebbe inizio e incontrarono subito le prime difficoltà. Certo, alcuni indios erano amichevoli, ma altri no. La spedizione venne attaccata più volte, in alcuni casi gli indigeni rubarono loro il cibo catturato.

Il viaggio continuava, fra la scoperta della manioca e l’incontro con indios dalle orecchie dilatate. Certo, non trovò mai oro, ma un po’ di avocado, ananas e diverse iguane sì. Orellana continuava il suo viaggio, scoprendo nuovi rami del fiume e nuove isolette. Per esempio, a giugno si trovò a percorrere un fiume di acqua scurissima che chiamò Rio Negro. Fu lui a dare il nome al fiume, Rio delle Amazzoni, in onore della tribù di donne guerriere che si diceva vivesse lungo le rive del nastro d’acqua.

rio amazzoni

Il viaggio andrò avanti fra panorami mozzafiato e lotte contro i nativi. Finalmente, ad agosto, videro delle maree: erano arrivati nell’estuario del Rio delle Amazzoni. E giunsero alla fine del viaggio. In pratica avevano percorso 7.500 km circa, senza mappe.

Non pago, però, tre anni dopo, Orellana, nonostante fosse il governatore della zona della Nueva Andalucia, decise di tornare nuovamente al Rio delle Amazzoni. Ma anche questa volta le cose andarono storte. Anzi: andarono peggio. Prima ancora di arrivare all’estuario, Orellana perse tre navi. I pochi superstiti furono poi vittime di malattie e degli attacchi degli indigeni. Orellana stesso morì nel 1546 a causa di una forma di malaria cerebrale. Nessuno, però, sa dove sia la sua tomba.