A Pays du Coquelicot, un comprensorio di comuni francesi che letteralmente significa “Il paese di papaveri” è avvenuta un’importantissima scoperta archeologica. In realtà si tratta di ritrovamenti multipli che vanno dal periodo neolitico fino a resti gallici e poi gallo-romani. A spiccare è una fattoria romana fondata nel I secolo d.C. Tuffiamoci in queste scoperte!
Partiamo proprio dalla nostra protagonista, la fattoria. Circondata da un fossato, i ritrovamenti testimoniano dei successivi ampliamenti nel corso del tempo. All’interno di questo vi erano tettoie per il fieno e per il bestiame, oltre che un luogo per la conservazione dei prodotti. Molto probabilmente al suo interno venivano svolte anche attività artigianali di un certo rilievo.
Vi erano anche alcuni forni. Uno di questi adibito sicuramente alla cottura del pane ed altri beni alimentari. Altri erano direttamente collegati alle attività artigianali di cui sopra. In un forno da vasaio si trovavano addirittura dei cocci di ceramica. Questi probabilmente derivano dall’ultima produzione che nel forno si svolse moltissimo tempo fa.
A stupire è soprattutto l’oggetto riportato nell’immagine in alto. Probabilmente correlato all’attività di calderaio, ovvero costruttore di contenitori di rame. Si potrebbe trattare di una forma per creare gli stampi piegando a piacimento le lamierine di rame. Non vi sono molti riscontri in precedenti ritrovamenti e dunque l’analisi dell’oggetto continua; siamo in attesa di nuove risposte.
Nel complesso degli scavi emerge anche una tomba femminile del IV secolo d.C. ed il relativo corredo funerario. Ma questa non rientra nella norma dei ritrovamenti archeologici. Di norma esistono delle necropoli separate ed isolate, ma queste hanno in media 10-15 individui sepolti al loro interno. In questo caso si tratta di una singola donna, sepolta con la sua collana di perle di vetro e da sola, senza alcun tipo di compagnia. Un altro elemento molto peculiare.
Il suo corredo era ulteriormente arricchito anche da due braccialetti, un anello ed un vaso. Un corredo di tutto rispetto che alimenta ancora di più il mistero, anche grazie all’ultimo ritrovamento singolare: grani di giaietto sparsi nella tomba. Si tratta di un mineraloide di origine vegetale che si usa per fare dei gioielli, ma che nella sepoltura si trova al suo stato grezzo. Di certo ritrovamenti importanti e misteriosi in quel di Francia.