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viaggiavano antichi romani

Fra carri e navi, come viaggiavano gli antichi Romani?

Vi siete mai chiesti come viaggiavano gli antichi Romani? Sappiamo per certo che facevano lunghi spostamenti e che l’Impero Romano vantava una rete stradale a dir poco incredibile, che si estendeva dall’Inghilterra settentrionale fino all’Egitto meridionale. Ma quello che ci interessa sono i mezzi di locomozione che usavano.

Come viaggiavano gli antichi Romani? Qualche curiosità

viaggiavano antichi romani

Considerate che, al suo apice, la rete stradale lastricata dell’Impero Romano (con tanto di aree di sosta, fra l’altro, le mansiones con tanto di ristoranti e pensioni dove bere, mangiare e dormire), raggiungeva gli 85mila km. Inoltre erano strade molto affidabili, di sicuro quelle più affidabili in Europa anche dopo il crollo dell’impero. E probabilmente più sicure delle nostre, considerato quanto duravano e di quanta poca manutenzione necessitassero.

carri romani

Partiamo col viaggio su strada. Ovviamente si viaggiava lenti e con fatica. Per andare da Roma a Napoli all’epoca ci si impiegava sei giorni. Questi i mezzi di locomozione preferiti:

  • piedi: chi non poteva permettersi carri, cavalli o viaggi in mare, doveva rassegnarsi e andare a piedi;
  • raeda: era una carrozza dotata di quattro rumorose ruote ferrate, con panche all’interno per i viaggiatori. Poteva o meno avere una copertura ed era trainata da quattro muli o cavalli. Praticamente era una sorta di autobus moderno, ma la legge romana stabiliva che il massimo bagaglio trasportato fosse di 300 kg;
  • carpentum: era la vettura dei ricchi Romani, una sorta di limousine, per capirci. Era trainato da parecchi cavalli, aveva quattro ruote, un elegante tetto arcuato in legno, comodi sedili imbottiti e persino le sospensioni;
  • plaustrum: questo era il carro usato per trasportare i carichi più pesanti. Erano i camion dell’epoca. Si componeva i una tavola di legno su quattro ruote e trainata da due buoi. Ovviamente era molto lento e poteva percorrere al massimo 25 km al giorno;
  • a cavallo: il modo più veloce per viaggiare era a cavallo. Esisteva un vero e proprio servizio di staffette a cavallo, con tanto di stazioni di posta con cavalli freschi posizionate a intervalli regolari (ogni 12 km circa). Queste erano collocate lungo le principali arterie stradali. In questo modo si potevano percorrere al massimo 103 km al giorno. Il che vuol dire che, andando a cavallo, ci si metteva circa due giorni per andare a da Roma a Napoli;

Alcune curiosità sulle strade romane:

  • come abbiamo detto, avevano delle “stazioni di servizio” collocate a distanze regolari, di 25-30 km;
  • le ruote ferrate delle carrozze romane erano molto rumorose. Per questo la loro circolazione era vietata nelle grandi città romane e anche nelle loro vicinanze, durante il giorno;
  • le principali strade romane erano a pedaggio, con posti di blocco situati presso i ponti o le porte cittadine;
navi romane

E poi c’era il viaggio via mare e fiume. Non esistevano navi passeggeri o navi da crociera, ma c’era comunque la gente che viaggiava anche per turismo. Il che vuol dire che, anche chi viaggiava per diletto, doveva salire a bordo di navi mercantili. Una volta trovata la nave, si doveva chiedere l’ok al capitano e negoziare il prezzo del tragitto.

Non era difficile trovare navi verso mete gettonate come la Grecia o l’Egitto perché c’erano tantissime navi mercantili che percorrevano rotte regolari nel Mediterraneo. Non c’erano cabine, i passeggeri viaggiavano sul ponte, a volte ammassati fra di loro. Dovevano portarsi a bordo provviste, coperte o tende in cui dormire. Poche navi mercantili avevano cabine a poppa che potevano ospitare solamente i Romani più ricchi.

Fra l’altro i più ricchi spesso avevano navi proprie. E una legge romana vietava ai senatori di avere navi che potessero trasportare più di 300 anfore.

Viaggiare in nave era abbastanza veloce: per andare da Brindisi a Patrae, in Grecia, ci mettevano poco più di tre giorni (attualmente ci si mette un giorno). La navigazione commerciale era però sospesa durante i mesi invernali: si parlava di mare clausum in quanto il mare era troppo agitato e pericoloso. C’erano anche molti fiumi navigabili che erano regolarmente usati per trasportare merci e passeggeri anche durante i mesi invernali.