Fotografia di Ormond Gigli, East 58th Street, centro di Manhattan, 1960. La foto di oggi può sembrare banale, magari semplice e diretta, quasi come se fosse una foto qualunque proveniente da una galleria qualunque dei nostri cellulari. Lo si può credere solo se la si guarda superficialmente, senza indagarne i dettagli e la storia. Quello di Ormond Gigli è uno scatto che nasce per dare la morte. Nasce per far sì che un quartiere possa morire demolito ma per garantire anche che venga ricordato. Tuffiamoci in questo fantastico scatto.
Erano gli inizia degli anni ’60, l’economia galoppava rapidamente verso ingenti successi e gli USA raggiungevano le loro dimensioni attuali, acquistando le Hawaii come cinquantesimo stato. Ma non andava così proprio per tutto, ciò era alquanto impensabile. A New York il nostro Gigli lavorava infatti in uno studio sulla East 58th Street e dirimpetto aveva una serie di casette. Queste andavano incontro alla demolizione, all’oblio, almeno fino all’intervento dell’artista.
Quest’ultime erano la sua vista quotidiana, ci era ormai lungamente abituato. Ma le abitudini vanno e vengono. Prima di dire addio a quel complesso, prima della demolizione totale, Ormond voleva renderlo immortale e farlo conoscere quanto più possibile intorno al mondo. Se oltre 60 anni dopo siamo ancora qui a parlarne diremmo che ci riuscì.
Decise dunque di dare un tocco di colore in più all’immagine. Mise insieme una vera e propria squadra di modelle, professioniste o meno. Erano ben 43 donne, fra cui anche la sua stessa moglie e la moglie del supervisore alla demolizione. Gigli non aveva abbastanza denaro per pagare tutte quelle figure, ma in un modo o nell’altro riuscì nel suo intento, pescando da dove meglio poteva.
Vestì tutte le ragazze, giovani e meno, con abiti sgargianti, con colori molto accesi. 41 di queste le collocò sulle finestre, una davanti ad un’elegantissima auto parcheggiata li di fronte, e l’ultima appoggiata ad un lampione tipico americano. Ne venne fuori un’armonia di contrasti stupenda. Il freddo grigiore dell’edificio, molto razionale e di un marrone ormai vissuto e spento faceva solo da sfondo ai sorrisi e ai colori vivi delle donne.
Gigli scattò la foto dunque che rese immortale quello scorcio. Affacciandosi dal suo studio non vedeva più le casette a schiera, ma la sua foto iconica ora lo poteva consolare. Lo consolerà il fatto che ancora oggi riusciamo a vedere quello che vedeva lui grazie al suo scatto. Voleva dare più vita ad un luogo, diremmo che lo fece magistralmente!