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esplosione nucleare

Foto del giorno: una delle esplosioni nucleari nell’atollo di Bikini

Fotografia dello United States Department of Defense, 25 luglio 1946, atollo di Bikini. La foto rappresenta la nuvola derivante dall’esplosione nucleare “Baker”, parte dell’Operazione Crossroad, svoltasi nell’atollo di Bikini, nelle Isole Marshall, in Micronesia. Si trattava di una delle tante, troppe esplosioni nucleari causate da una serie di test che hanno reso questo atollo una delle zone più radioattive della Terra.

La particolarità di questa esplosione è che non ha causato la classica nube a fungo che siamo soliti associare alle esplosioni nucleari. La parte esterna della nube era solamente una nube di condensazione provocata dall’effetto della camera di Wilson e durò molto poco. Tuttavia, dentro la nube di condensazione, la parte superiore del geyser d’acqua (altamente radioattivo) provocato dall’esplosione ha causato la formazione di una testa di fungo, la quale è ricaduta nella laguna. Il che ha provocato la contaminazione dell’acqua e delle navi presenti nelle vicinanze.

Le esplosioni nucleari dell’atollo di Bikini

esplosioni nucleari
Crediti foto: @Original: United States Department of Defense (either the U.S. Army or the U.S. Navy) Derivative work: Victorrocha, Public domain, via Wikimedia Commons

L’atollo di Bikini fa parte delle Isole Marshall. Si tratta di una serie di 36 isolette che si trovano nell’Oceano Pacifico. Sin dal 1946 il governo degli Stati Uniti aveva deciso che qui sarebbero stati condotti dei test nucleari. L’idea era quella di capire quale potesse essere l’effetto delle bombe nucleari sul mare, sulle isole, sulle navi militari, sulle navi civili e capire anche se potessero essere poi decontaminate.

Questa serie di test, nome in codice “Operazione Crossroads”, consisteva in origine in tre detonazioni, ciascuna con potenza di 23 kilotoni:

  • Able: esplosione del 1 luglio 1946, altezza di 151 metri
  • Baker: esplosione del 25 luglio 1946, sotto l’acqua
  • Charlie: esplosione pianificata per il 1947, ma mai avvenuta perché già con l’esplosione Baker la United States Navy si era resa conto di non riuscire a decontaminare le navi (queste navi furono poi affondate)

Quando parliamo di navi ovviamente intendiamo navi bersaglio vuote appositamente collocate in zona. Considerate che questi test sono classificati come la quarta e quinta esplosione nucleare della storia, preceduti dal Trinity test e dal bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.

Risultato? Beh, riassumendo molto, si scoprì che l’esplosione subacquea Baker aveva causato la contaminazione radioattiva di tutte le navi bersaglio. Il che spiega perché la si considera come il primo caso di fallout radioattivo (ricaduta a terra del materiale radioattivo a seguito di un’esplosione) immediato provocato da un’esplosione nucleare. Fra l’altro tale fallout era estremamente concentrato. Solitamente il fallout di queste esplosioni ad alta quota tende a essere globale. Rimane nell’atmosfera per giorni e poi è disperso. In questo caso, invece, rimase circoscritto.

esplosione nucleare bikini
Crediti foto: @U.S. Navy (photo 80-G-396226), Public domain, via Wikimedia Commons

A questo punto vi starete chiedendo: e gli abitanti delle Bikini? Perché le isole prima di questi test erano abitate. In pratica, prima dei test, il governo USA li obbligò a trasferirsi su altre isole disabitate e più piccole. Tuttavia queste isole non avevano una laguna centrale protetta da barriere coralline, dunque non poterono svolgere le loro attività di pesca tradizionale.

Inizialmente il trasferimento avvenne a Rongrik. Ma qui gli abitanti dovettero fare i conti prima con un problema di carestia e poi col fallout radioattivo. Così li spostarono prima a Kwajalein e poi a Kili.

Ovviamente a seguito dei test nucleari non solo alcune isole Bikini furono distrutte, ma quelle sopravvissute furono rese così radioattive da rendere tutto l’atollo inadatto alla pesca e all’agricoltura. Nel 2010 le isole erano ancora inabitabili e adesso su di esse vivono solamente alcuni custodi (e neanche in tutte le isole: molte sono considerate ancora troppo radioattive e pericolose). Anche se talvolta sono visitate dai subacquei.

esplosione nucleare atollo bikini
Crediti foto: @SDASM Archives, No restrictions, via Wikimedia Commons

Anche le varie troupe giornalistiche che si sono recate sull’atollo per documentarne lo stato, possono sostare in zona per massimo 24 ore: il rischio di contaminazione è ancora troppo alto. Pensate che l’atollo è considerato più radioattivo di Chernobyl. La quantità di plutonio presente nelle Marshall è anche mille volte superiore la quantità presente a Chernobyl e Fukushima.

Ma il governo USA, non pago, non la finì qui. Il 1 marzo 1954, sempre a Bikini, fecero un test per far esplodere la Bomba H, l’ordigno nucleare più potente mai costruito. Finora. In pratica, dal 1946 al 1958, gli Stati Uniti hanno condotto sull’atollo 67 test nucleari.