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Foto del giorno: un briciolo di umanità in questo inferno

Foto del giorno: un briciolo di umanità in questo inferno

Fotografia del sergente maggiore Martin J. Riley, Corea, 18 ottobre 1952. Il sergente scelto Frank Praytor nutre con un contagocce un minuscolo gattino trovato non lontano dallo scenario di battaglia. Mancano ancora diversi mesi alla conclusione del conflitto, il quale cesserà ufficialmente nel luglio del 1953, ma qualcuno dimostra imperterrito un briciolo di umanità all’interno di un contesto infernale.

Foto del giorno: un briciolo di umanità in questo inferno

Il sergente dei Marines raccontò nel suo diario i dettagli di quel fortuito incontro. Grazie alle sue memorie sappiamo fornire qualche curiosità in più di quelle che una semplice ma impattante fotografia può lasciare intendere. Frank Praytor notò il micio vagare da solo lungo la strada, con andamento incerto e tutt’altro che rassicurante. La mamma del gatto di due settimane era rimasta uccisa durante i precedenti scontri a fuoco. Il Marine decise dunque di adottarlo.

Si trattava di una femmina, perciò il nome doveva calzare tanto con la circostanza che con il sesso dell’animale. Praytor si fece venire in mente “Miss Hap“, un geniale gioco di parole che chi mastica l’inglese avrà già intuito. Di fatto il nome in italiano suona come “incidente” ed è lo stesso Praytor a fornire una spiegazione della scelta.

«Chiamai quella gatta smarrita Miss Hap (incidente, n.d.r.) perché non potevo fare altrimenti; era nata nel posto sbagliato al momento sbagliato».

umanità

Come fortemente espresso dal titolo, la contingenza degli eventi, i sacchi di sabbia, l’elmetto poggiato sul ginocchio, persino gli indumenti militari dovrebbero far dimenticare un po’ i sani principi della condivisione, dell’empatia e della solidarietà, invece il sergente dimostrò quell’umanità così sincera eppure così in contrasto con i dettami imposti da una situazione di guerra aperta.

Praytor dice come Miss Hap fosse in compagnia di un altro micetto, anche lui orfano della stessa madre. L’altro piccolo venne adottato da un compagno del sergente, ma la sua fine fu ingloriosa, ci basti sapere questo. Miss Hap sopravvisse a suon di razioni di carne e, solo saltuariamente, latte. Purtroppo per tutti noi, le battute finali di questa storia non sono ben note e si prestano ad ipotesi e congetture.

umanità sergente Praytor e gatto Miss Hap

Il sergente scelto Frank Praytor tornò in licenza negli USA e non poté portare con lui la gattina. Secondo il Marine l’animale divenne la mascotte dell’ufficio informazioni pubbliche e finì sotto le cure e le attenzioni del caporale Conrad Fisher. Stando a questa versione (sulla quale non sono riuscito a trovare riscontri, perciò vale quel che vale) Miss Hap tornò viva e vegeta negli States.