Fotografia dell’United States Olympic Committee, località sconosciuta, 1920. Nella fotografia vedete una sorridente Theresa Weld Blanchard, pattinatrice che vinse una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1920, ma che avrebbe potuto aspirare a ben di più se i giudici non avessero deciso che quel salto da lei osato e finora mai tentato da una donna non fosse adatto a una pattinatrice.
La storia di Theresa Weld
Ai giorni nostri siamo abituati alle atlete come Simone Biles che esegue uno Yurchenko doppio carpio al volteggio, prima donna della storia ad aver eseguito tale esercizio in una competizione, esercizio fino a quel momento considerato prerogativa della categoria maschile e che viene non solo osannata (giustamente), ma anche premiata dalla giuria per tale audacia e capacità atletiche.
Ma le cose andarono ben diversamente per la povera Theresa Weld: in definitiva, lei fece la stessa cosa fatta nel 2021 da Simone Biles, ma con risultati decisamente diversi. Non atleticamente parlando: il salto che eseguì le riuscì perfettamente. Ma i giudici, al posto di lodarla e premiarla, la punirono per questo.
Theresa Weld nasce a Brooklin il 21 agosto 1893 e muore sempre a Brooklyn il 12 marzo 1978. La sua carriera sul ghiaccio iniziò a dodici anni, quando iniziò a prendere le prime lezioni di pattinaggio di figura presso lo Skating Club di Boston (di cui, fra l’altro, il padre era socio fondatore).
Il primo titolo arriva nel 1914, vincendo il singolo donne. Nel 1918, poi visto che gareggiava anche in coppia, vinse il campionato statunitense insieme Nathaniel W. Niles.
Per le Olimpiadi dobbiamo aspettare il 1920, visto che nel 1915 furono sospese a causa della Prima Guerra Mondiale. Siamo ad Anversa, si preparano le Olimpiadi estive, ma, per qualche strano motivo, si replicò quanto accaduto a Londra nel 1908: anche se erano Olimpiadi estive, c’erano sport invernali, fra cui il pattinaggio di figura e l’hockey su ghiaccio.
Così Theresa gareggiò ad Anversa e nel suo esercizio eseguì un salto Salchow (dal nome del suo inventore, Ulrich Salchow). Messa così non sembra poi una gran cosa: attualmente il Salchow è uno dei sei salti base del pattinaggio di figura, tutti i pattinatori, uomini o donne che siano, lo eseguono durante i loro esercizi.
Si tratta di un salto non puntato, con partenza dal filo interno indietro e atterraggio sul filo esterno indietro del piede opposto. Il tutto dopo una rotazione in aria. Quello che forse potrebbe darvi la giusta dimensione di questa vicenda è che, fino a quel momento, nessuna donna aveva mai osato tentare un Salchow durante una competizione ufficiale.
Ma Theresa Weld non si tirò indietro: si era allenata e se potevano farlo gli uomini, perché non le donne? Così dimostrò abilmente che anche le donne potevano fare quel salto. Solo che a differenza dei giudici odierni che hanno premiato il talento di Simone Biles, quelli dei tempi di Theresa Weld si indignarono: come aveva osato una donna eseguire un elemento così poco adatto a una signora? E così fu richiamata dai giudici e penalizzata, arrivando poi terza dietro Magda Julin e Svea Noren.
Però qualche soddisfazione Theresa Weld se la era presa. Nonostante il giudizio negativo dei giudici, comunque era la prima donna a presentare un Salchow nel suo programma. Inoltre aveva anche conquistato la primissima medaglia olimpica statunitense in uno sport invernale. Non paga, poi, al di fuori delle Olimpiadi, sempre nel 1920 vinse sia il singolo che la gara di coppia nel campionato statunitense.
E continuò a vincere fino al 1924 nel singolo e al 1927 nelle coppie. Sempre nel 1920, poi, si sposò anche con Charlese Blanchar. Si ritirò infine dalle competizioni nel 1934, fra l’altro dopo aver vinto a 40 anni il campionato USA nella gara a quattro. Diventata giudice internazionale, si prese la sua rivalsa su quei giudici alquanto bigotti in quanto venen inserira nella U.S. Figure Skating Hall of Fame.