Fotografia di Alfred Henry Heineken, Noordwijk, Paesi Bassi, 1982. Quella che vedete nello scatto è una delle poche “case di birra” che l’architetto John Habraken costruì su commissione di Freddy Heineken, magnate dell’industria birraria, ex presidente del consiglio d’amministrazione dell’omonima società nonché nipote di Gerard Adriaan Heineken, l’uomo che nel 1864 fondò l’azienda ad Amsterdam. Dietro la fotografia risalente ai primi anni ’80 si cela una vicenda che definire stravagante risulterebbe sminuente.
La storia delle “case di birra”, più correttamente “WOBO-houses” (WOBO sta per World Bottle), comincia intorno al 1960. Freddy Heineken si recò in visita sull’isola di Curaçao, nelle Antille Olandesi, e rimase sconcertato dalla quantità di rifiuti dispersa in quell’angolo di paradiso tropicale. Notò in particolare che gran parte dei rifiuti non smaltiti era composta dalle bottiglie di birra marchio Heineken. Altro elemento che saltò all’occhio all’imprenditore olandese riguardò l’esiguità dei materiali a scopo edile utilizzati dalle comunità da cui si era recato in visita.
Due grandi problemi a cui cercò e trovò una soluzione, apparentemente geniale, anche se di difficile attuazione: perché non creare delle bottiglie di birra che, una volta svuotate del loro contenuto, avrebbero potuto fungere da mattone per la costruzione di abitazioni?
Nacque il progetto WOBO-houses, subito affidato al rinomato architetto John Habraken, il quale ideò il design delle nuove bottiglie di birra in vetro. Queste presentavano una forma rettangolare con le estremità adatte al reciproco incastro, perciò all’assemblaggio di una struttura complessa. Avvalendosi di malta cementizia mescolata con un additivo siliconico, si sarebbero legate vicendevolmente le bottiglie. Nel 1964 l’azienda produsse 100.000 esemplari, in due misure: 35 e 50 cm di altezza.
Errato pensare che il progetto così presentato non destò incertezza già dal suo annuncio. Soprattutto il reparto marketing dell’azienda manifestò preoccupazioni sulle bottiglie WOBO. Costruire “case di birra” avrebbe potuto danneggiare l’immagine dell’Heineken, visto il potenziale utilizzo improprio del prodotto. Alfred “Freddy” Heinken si convinse dell’inadeguatezza del progetto e non lo sviluppò ulteriormente.
Tuttavia due abitazioni realizzate quasi interamente con bottiglie riciclate videro la luce, una nella tenuta della famiglia Heineken a Noordwijk, nella provincia dell’Olanda meridionale (Paesi Bassi), e l’altra nei pressi della sede principale di Amsterdam. Quest’ultimo edificio prende il nome di “Heineken Cube” e fu realizzato nel 2008 dietro la supervisione della società francese Petit Romain.