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ombra Hiroshima

Foto del giorno: l’ombra di Hiroshima

Fotografia anonimo, Hiroshima, Giappone, 1945. Quella che vedete nella foto è nota come ombra di Hiroshima. Quell’ombra è tutto ciò che resta del corpo di una vittima dell’esplosione atomica che colpì la città nel 1945.

La storia dell’ombra di Hiroshima

ombra Hiroshima
Crediti foto: @Public domain, Wikimedia Commons

L’ombra di Hiroshima, anche nota come “ombra umana impressa nella pietra“, non è nient’altro che l’impronta di una persona rimasta impressa sulle scale della Sumitomo Bank Company di Hiroshima a seguito del bombardamento atomico del 6 agosto 1945.

Alle ore 8.15 di quel mattino una persona stava aspettando sugli scalini che la banca aprisse. L’edificio in questione si trovava a soli 260 metri di distanza dal ground Zero, il punto esatto dove esplose l’ordigno nucleare.

Di per sé l’edificio non venne danneggiato in maniera eccessiva, tanto che, anche in seguito, continuò a ospitare la sede della banca. Questo almeno fino a quando nel 1992 non divenne la sede di alcuni eventi culturali. Tuttavia le 54 persone che in quel momento lavoravano in banca morirono tutte.

fungo atomico

Così come la persona che creò quella sagoma. Solamente nel 1996 si riuscì a dare un nome a quella persona. Pare che fosse l’ombra di Mitsuno Ochi, una signora nata nel 1903 e che all’epoca aveva 42 anni. Nel 2001, fra l’altro, analizzando gli scalini, di lei sono si trovarono tracce di cute, capelli e vestiti.

Ma come è stato possibile che si formasse quell’ombra? Considerate che a ground Zero, a seguito dell’esplosione, la temperatura ambientale raggiunse istantaneamente i 3/4mila gradi centigradi. Il calore fu tale da carbonizzare e disintegrare i corpi delle persone coinvolte. Lasciando dietro di sé solamente l’ombra. Anche se non andò proprio così.

Inizialmente, infatti, si pensava che le persone vicine all’esplosione, entro un raggio di 500 metri, fossero letteralmente scomparse e volatilizzate a causa del calore. Tuttavia sia la professoressa Minako Otami dell’università di Hiroshima, sia il professore Masaharu Hoshi, hanno spiegato che è impossibile che un corpo svanisca del tutto nel nulla.

fungo atomico

Molto probabilmente, a quella breve distanza dal punto dell’esplosione, i corpi si carbonizzarono immediatamente, venendo poi spazzati via dall’esplosione stessa. Quindi dei residui di cenere probabilmente si formarono, ma l’esplosione li disperse poi nell’aria.

C’è poi un altro fatto da considerare. In realtà i resti delle persone rimasero in strada per giorni e settimane dopo l’esplosione. Questo almeno fino a quando, nell’ottobre del 1945, non iniziarono a rimuovere le macerie. Accorgendosi che l’ombra della persona sulla scala stava scomparendo, ecco che i giapponesi la protessero con una cupola di vetro, donandola poi nel 1971 al Museo.