Fotografia di Petraeshevsky, isola di Rakata, 1929. Il vulcano Krakatoa erutta violentemente. La foto ritrae una delle innumerevoli eruzioni del vulcano Krakatoa o Krakatau. In particolare questa è quella iniziata nel 1928 e che ha portato all’origine del nuovo camino vulcanico, l’Anak Krakatau.
Krakatoa, una, cento, mille eruzioni vulcaniche
Uno dei vulcani più attivi e noti della Terra (oltre al Vesuvio, insolitamente attivo insieme ai Campi Flegrei in questi ultimi mesi) è di sicuro il Krakatoa. Noto anche in indonesiano come Krakatau, si tratta di un vulcano con caldera attiva. È situato nell’isola indonesiana di Rakata, nello stretto della Sonda, fra Giava e Sumatra.
In realtà il nome si usa spesso anche per denominare le isole vicine visto che tutte queste isolette sono ciò che rimane dei resti di un’isola molto più grande, distrutta poi dall’eruzione del 1883 e che all’epoca aveva tre differenti picchi vulcanici.
Krakatoa è citata anche nelle cronache dei viaggi del capitano James Cook (ma con il nome di Cocoterra). Dopo la sua morte, infatti, nel 1780 le flotte dell’HMS Resolution e dell’HMS Discovery stavano tornando a casa quando decisero di fermarsi qualche giorno proprio sull’isola. Qui trovarono due sorgenti: una di acqua fresca e una di acqua calda. Gli abitanti dell’isola erano abbastanza amichevoli con gli estranei, tanto che anni dopo, nel 1809, gli olandesi riuscirono a stabilire sull’isola una colonia penale attiva per quasi dieci anni.
All’epoca, prima della terribile eruzione del 1883, il Krakatoa era formato da tre isole principali:
- Rakata
- Lang (Rakaa Kecil o Panjango)
- Verlaten (Sertung)
Queste tre isole rappresentavano i resti dei bordi di una colossale caldera, formata a seguito di un’antica eruzione (da testi di storia locale si ipotizza che ci fu una terribile eruzione anche nel 416 d.C. e poi nel 535 d.C., mentre più di recente i vulcani erano stati visti eruttare da navigatori olandesi nel 1680 e nel 1681) e da Krakatoa stessa. Sull’isola di Krakatoa c’erano tre coni vulcanici:
- Rakata
- Danan (forse un vulcano doppio)
- Perboewatan
Questa, però, era la configurazione fino al 1883. In quell’anno, infatti, ci fu una catastrofica eruzione, una delle più imponenti e impressionanti nella storia della vulcanologia. Considerate che l’eruzione ebbe una potenza di 200 megatoni (per darvi un’idea: la bomba usata su Hiroshima aveva una potenza di 14,5 chilotoni e che mille chilotoni formano 1 megatone).
Durante l’eruzione furono espulsi qualcosa come 21 chilometri cubi di roccia, pietra pomici e ceneri. L’esplosione creò anche un boato incredibile: riuscirono a sentirla anche ad Alice Springs in Australia e a Rodrigues, vicino alle isole Mauritius.
Villaggi distrutti, 36mila persone morte, l’isola di Rakata praticamente scomparsa, il fondo dell’oceano modificato e le isole di Verlaten e Lang aumentarono la loro superficie. Questa fu l’esplosione del 1883.
Eruzioni più recenti, invece, sono quelle del 1927-1928, grazie alle quali è emersa una nuova isola, Anak Krakatau (tradotto diventa “il figlio di Krakatoa”). Ma il vulcano ha eruttato di nuovo nel 2018, alternando giorni di calma a eruzioni quasi continue, con anche esplosioni e 430 morti, con tanto di tsunami.
Considerate che dagli anni Cinquanta l’isola ha aumentato la sua altezza di 13 centimetri alla settimana. Una nuova eruzione risale al 2020, con boato sentito fino a Giacarta (che dista ben 150 chilometri) e colonna di fumo e cenere alta mezzo chilometro. E di nuovo, nel 2022, il vulcano ha ripreso a eruttare.