Fotografia di anonimo, Lipsia, Germania Seconda Guerra Mondiale. Lo scatto ritrae l’atto infame di molestia da parte di due soldati sovietici ai danni di una giovane donna tedesca. Nel contesto di morte e distruzione causato dai tantissimi conflitti della storia, spesso e volentieri, purtroppo, ci si dimentica delle nefandezze che accadono lontano dai campi di battaglia. L’articolo di oggi cerca di puntare gli occhi proprio su queste e di sottolinearne la gravità e la bassezza morale.
Lo scatto rientra in quel frangente storico che va dal 1944 al 1948, quando i sovietici “liberarono” la Germania dal nazionalsocialismo. Questa affermazione però necessita di una contestualizzazione: i russi entrarono nelle terre tedesche con la spregiudicatezza e l’arroganza dei vincitori. La loro tracotanza li portò a compiere, nel corso di questi 4 anni, oltre 2 milioni di stupri e vari altri atti prevaricatori.
Una testimonianza importante al riguardo ce la da Antony Beevor, storico britannico. Egli parla di tale fenomeno come del “più grande stupro di massa della storia” che costò la vita, secondo le sue stime, a 245.000 donne tedesche. Si muore quindi, male e soffrendo, fisicamente e mentalmente, anche lontano dalle granate e dai colpi di fucile. Si muore in modo barbaro e disumano, ma pochi ne parlano.
Non si può inoltre non citare lo scrittore, filosofo e storico russo Alexander Solzhenitsyn. All’epoca egli era un soldato dell’URSS e riporta una tragica e veritiera testimonianza. Lui ci racconta della 22 Hoeringstrasse e di ciò che avvenne ad una madre e a sua figlia, non ancora donna, ma resa tale da un plotone russo. “Una ragazza è stata trasformata in una donna, una donna trasformata in un cadavere“. Poche le parole usate, tanto il dolore e la nefandezza raccontata.
Nella foto del giorno si può vedere tutto ciò. I due giovani soldati spavaldi, con sorriso sornione di chi sta per divertirsi e la sigaretta in bocca. Guardano la giovane con occhi affamati, come se fosse un oggetto qualunque, da usare e buttare. Al contrario, la giovane tedesca, simbolo di milioni di donne che ricevettero lo stesso trattamento nel corso della storia, ha il volto basso, consapevole di non potere nulla contro quei bruti.
Non conosciamo il suo volto, ma sicuramente è il volto di tutte. Un volto che non si deve più vedere, né in tempo di guerra, né in tempo di pace. Chiaramente lo stupro e gli altri crimini di guerra sono stati commessi da molti altri eserciti e non solo da quello russo e sono tutti da condannare in egual misura, nessuno escluso.