Fotografia tratta dal libro “Iran Diary: 1971- 2002” di Abbas, Teheran, Iran, 1978. Lo scatto ritrae un uomo con in mano delle scarpe appartenenti al suo amico defunto che discute con un militare. L’uomo imputava l’uccisione dell’uomo a quel reparto dell’esercito, mentre il militare sosteneva l’innocenza sua e dei suoi uomini. Una disperazione inimmaginabile, catturata nello scatto di Abbas.
Ma cosa succedeva in Iran in quel periodo? Cerchiamo di capirlo brevemente insieme. Nel periodo compreso tra il 1978-1979 ci fu un periodo di grandi sconvolgimenti sociali nella nazione in questione conosciuta come Enqelâb-e Irân, ovvero Rivoluzione Islamica. Fu un periodo di transizione significativo che portò la nazione a passare da monarchia a Stato Repubblicano Islamico Sciita.
La rivoluzione prende anche il nome di Rivoluzione Khomeinista perché la forze ribelli, di ispirazione nazional-liberale, marxista e religiosa, si riunirono intorno alla figura dell’Ayatollah Ruhollah Khomeyni. Quest’ultimo si trovava in un primo momento in esilio, prima in Iran stesso, a Najaf, e poi in Francia, a Parigi.
L’avversario principale era invece lo scià Mohammad Reza Pahlavi, Scià è il titolo che si dà al re di Persia da moltissimo tempo e che godeva di un immenso potere. Proprio la sua politica di accentramento del potere, di autocelebrazione della monarchia e di miglioramento delle condizioni sociali solo per una bassa percentuale di popolazione lo resero particolarmente avversato da alcuni ambienti. C’è da dire inoltre che aveva legami strettissimi con gli USA per l’acquisto di armi e armamenti. In cambio fungeva da “controllore” nell’area mediorientale per conto degli States.
Dopo un incidente nell’agosto del 1978 che costò la vita a ben 480 persone (la colpa fu data allo Scià, ma in realtà era dei sostenitori dell’Ayatollah) il clima era insopportabile. Khomeyni intanto, dal suo esilio parigino inneggiava alla rivoluzione totale. La situazione sfuggì totalmente di mano e la rivoluzione imperversò. Il 30 marzo del 1979, con un Referendum, nasceva la Repubblica Islamica, con ben il 98% dei voti.
Questo, molto in breve, è quello che c’è dietro quello scatto. Una rivoluzione, un cambio di faccia di un’intera nazione. La morte del ragazzo è solo un numero nei libri di scuola e nei siti internet che ne parlano, ma per il suo amico era molto di più. La sua disperazione è quasi tangibile in questo splendido scatto, testimone di un’epoca di grande cambiamento.