Fotografia di anonimo, luogo sconosciuto, metà del XX secolo. Lo scatto ritrae la bella e maledetta Coppa Jules Rimet, ovvero la prima versione della Coppa del Mondo. Si tratta del trofeo assegnato alla nazionale in grado di vincere per tre volte il titolo mondiale, utilizzata tra il 1930 e il 1970. In questo frangente solo il Brasile conquisterà tre titoli mondiali, ma il trofeo assegnatogli finirà in un vortice di mistero e nefandezze. Vediamo insieme qualcosa di più.

Innanzitutto vediamo chi era Jules Rimet. Si tratta di uno dei pezzi da 90 della storia calcistica. Fu presidente della FIFA con un mandato da record di ben 33 anni (dal 1921 al 1954) e abilissimo tessitore di trame e connessioni. Proprio lui ebbe l’idea di creare un campionato mondiale per le nazionali di calcio e riuscì anche, in seguito, a renderlo disciplina olimpica.
Nel 1946 dunque la coppa di circa 1,8 kg d’oro con pregiatissimi intagli e rappresentante una dea della vittoria alata, prese il nome di Rimet. Come sopra accennato, fu il Brasile a chiudere il primo ciclo di 3 vittorie (anche non consecutive andavano bene) dei campionati mondiali. Era il 1970 e ci fu la storica assegnazione della Coppa RImet. Il successivo mondiale, quello del 1974, prevedeva già l’assegnazione di una nuova coppa, quella disegnata dall’Italiano Silvio Gazzaniga.

Ma vediamo insieme le grandi peripezie che questa coppa con la dea alata visse. Volava infatti anch’essa di mano in mano, tra furti e rischi legati alla Guerra Mondiale. Durante il Secondo Conflitto Mondiale infatti il trofeo si trovava in Italia, custodito in una banca, in attesa di passare al Paese organizzatore della successiva edizione. Troppo rischioso però lasciarla in un edificio bancario, dunque la prese in custodia il vicedirettore FIFA, Ottorino Barassi. I soldati della Gestapo, ingolositi dall’occasione, misero a soqquadro l’abitazione di Barassi: non trovarono nulla.
La Coppa d’oro si trovava in una scatola di scarpe sotto il letto. Ironica e avvincente come prima avventura, ma ce ne sono delle altre. Nel 1966, il trofeo si trovava in Inghilterra, esposto in occasione di una mostra di francobolli sportivi. Indovinate? Esatto, il trofeo sparì nuovamente. Volete sapere chi lo trovò questa volta? Il cagnolino Pickles (“cetriolino“) che, al passeggio col proprio giovane padrone, scavò una buca nella periferia sud di Londra e trovò circa due kili d’oro ricamati avvolti in una carta di giornale.

Nel mondiale del 1970, quando tutte e tre le contendenti ad aver vinto già due titoli mondiali si ritrovarono in semifinale, la faccenda si fece ancora più avvincente. Uruguay, Italia e Brasile aspiravano al terzo titolo e alla famigerata e maledetta coppa. La spunterà la Seleção e si porterà a casa il trofeo. L’ultimo furto risale al 1983, già, perché non è ancora finita. Questa volta i malviventi fusero l’oro della Coppa Rimet in lingotti e la storia finì qui, o forse non del tutto. La base del trofeo fu infatti in seguito ritrovata e ciò alimentò molte altre teorie sulla fine di questo bellissimo e maledetto pezzo di storia calcistica.