Storia Che Passione
frances elsie fate

Foto del giorno: la bufala delle fate di Cottingley che ingannò Arthur Conan Doyle

Fotografia di Arthur Wright, Cottingley, giugno 1927. Nella fotografia potete vedere Elsie Wright e Frances Griffiths, le due ragazzine che con la bufala delle fate di Cottingley riuscirono a ingannare persino sir Arthur Conan Doyle, il “papà” di Sherlock Holmes.

La storia delle fate di Cottingley

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Crediti foto: @Arthur Wright (died 1926), Public domain, via Wikimedia Commons

Questa storia inizia nell’estate del 1917. Frances Griffiths, 9 anni, si trasferisce con la madre nella casa dello Yorkshire dello zio della ragazzina. Qui Frances stringe subito amicizia con la cugina, la sedicenne Elsie Wright. Nonostante la differenza di età, le due vanno molto d’accordo e spesso giocano insieme vicino a un burrone nel retro del giardino.

Un giorno le due tornano a casa con i vestiti bagnati e fangosi. Così gli adulti di casa chiedono loro come abbiano fatto a conciarsi così e le due, candidamente, sostengono di aver giocato con le fate.

Il padre di Elsie, Arthur Wright, al posto di liquidare sul posto le due ragazzine per la troppa fantasia, decide di prestare loro la sua macchina fotografica. Le due vanno a giocare, fotografano le “fate” e riportano la macchina ad Arthur. Costui porta così le lastre nella camera oscura per svilupparle. E quando le foto si sviluppano ecco che sembra che su di esse ci siano raffigurate delle creature effettivamente fiabesche.

Arthur, seppur divertito, decide di non dar peso alla cosa. Ma la reazione della moglie è ben diversa. Costei prende le foto con sé e le porta a una conferenza sulle fate che si teneva presso la filiale locale della Società Teofisica (all’epoca lo spiritualismo andava molto di moda). All’evento era presente anche Edward Gardner, uno dei leader della comunità teofisica locale.

Affascinato da quelle fotografie, Gardner decide di indagare personalmente. Fa così ingrandire le foto e fa esaminare i negativi a diversi fotografi professionisti. Secondo quanto riferito da Gardner, tutti stabilirono che le fotografie erano autentiche. Ovviamente, questo a suo dire. In realtà, in un secondo momento, si scoprì che uno dei fotografi interpellati, si rifiutò di esaminare le foto: quelle fate con “elaborate acconciature parigine” erano alquanto sospette. E anche un altro declinò l’invito a indagare sulle foto: gli scatti apparivano troppo “teatrali”.

Con il permesso della famiglia delle ragazze, Gardner iniziò a usare le foto delle Cottingley Fairies durante le sue lezioni, inviandole anche a diverse pubblicazioni spiritualiste. Ed è qui che queste foto catturarono l’attenzione di Arthur Conan Doyle. Non tutti sanno che Arthur Conan Doyle era un fervente spiritualista, per lui era “la cosa più importante del mondo”. Allo scrittore era stato chiesto di scrivere un pezzo sulle fate per l’edizione di dicembre 1920 del The Strand Magazine: il papà di Sherlock Holmes sperava di potervi includere anche le fotografie di Frances ed Elsie.

Anzi: voleva che le due facessero più foto, arrivando anche a regalare a ciascuna di loro una costosa macchina fotografica. Detto, fatto: le ragazze sfornarono subito altre fotografie. Grazie all’articolo Fairies Photographed, la stampa e il pubblico impazzirono per le Cottingley Fairies.

A distanza di più di un mese dalla pubblicazione dell’articolo, The Guardian riferì di una folla di giornalisti in piedi fuori da un teatro pienissimo dove Gardner stava tenendo lezione. Saggiamente, però, nell’articolo di Doyle i nomi delle ragazze e l’ubicazione della loro casa erano stati cambiati.

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Crediti foto: @public domain

Intanto Arthur Conan Doyle non era stato con le mani in mano e aveva iniziato a scrivere un libro sul fenomeno. Nel 1922 pubblicò così The Coming of the Fairies. In realtà nel libro aveva messo le mani avanti, scrivendo che le fotografie erano “o la burla più elaborata e ingegnosa mai messa in atto nei confronti del pubblico, oppure un evento della storia umana che in futuro sarebbe potuto apparire epocale”.

Ovviamente non tutti credettero a questa storia e all’autenticità delle foto. Un giornale della California, nel novembre del 1922, pubblicò un articolo intitolato “Povero Sherlock Holmes – Disperatamente pazzo?”.

Il maggiore John Hall-Edwards, un collega medico dello scrittore, fu ancora più tagliente, pubblicando una confutazione nella quale affermava “Come medico credo che inculcare idee così assurde nelle menti dei bambini si tradurrà in età adulta in manifestazioni di disturbi nervosi e mentali”. E rivelò un dettaglio interessante: Elsie Wright aveva lavorato come apprendista per un fotografo locale.

Ma Arthur Conan Doyle rimase fermo sulle sue convinzioni, ripubblicando le critiche e rispondendo a ciascuna individualmente. E il dibattito si scaldò sempre di più. Ed Elsie e Frances? Beh, grazie al relativo anonimato, intanto andarono avanti con la loro vita. Elsie andò in America e in India, dove visse col marito sino al 1949.

Frances, invece, sposò un soldato e passò parecchio tempo all’estero, soprattutto in Egitto. Alla fine le due tornarono in Inghilterra, ma solamente quando ormai il trambusto per la storia sulle fate si era ormai placato. Questo anche perché, nel frattempo, nel 1930 Arthur Conan Doyle era morto.

Solamente negli anni Ottanta questa storia tornò in auge. Il giornalista Geoffrey Crawley pubblicò un articolo sul British Journal of Photopgraphy dove confermò che le foto erano state falsificate. Immaginate la sua sorpresa quando, dopo tale pubblicazione, ricevette una lettera da uno dei fotografi originali, Elsie Wright.

fate cottingley frances griffiths
Crediti foto: @Public domain

Elsie ringraziava il giornalista per aver capito il “guaio” in cui lei e Frances si erano cacciate con quelle foto. Nella lettera spiegava che le foto erano state una sua idea, per fare uno scherzo alla famiglia. Solo che la cosa era sfuggita loro di mano quando la madre aveva portato le foto a Gardner.

In pratica per creare le fate, Elsie aveva copiato le illustrazioni presenti nel Libro dei regali della principessa Mary. Quando il libro The Coming of the Fairies venne pubblicato, ormai la storia era andata troppo oltre: le due avevano capito di essere nei guai e avevano paura di dire la verità.

Anzi: a causa della vicenda a scuola presero in giro Frances, mentre Elsie si sentiva troppo in colpa per confessare. Anche perché avevano sentito le critiche al vetriolo che Arthur Conan Doyle stava ricevendo mentre difendeva quelle foto e non volevano che fosse umiliato.

Dopo che Elsie si fece avanti per raccontare la verità, anche Frances uscì allo scoperto. Alla BBC spiegò di non riuscire a capire perché la gente fosse stata ingannata, sembra quasi che volessero essere ingannati. Tuttavia Frances continuò a sostenere fino alla morte ce la fotografia Fairy Sunbath, la quinta e ultima, raffigurasse veramente una fata. Lo scherzo continuava?