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Foto del giorno: l'incidente della Exxon Valdez, anche la natura prova dolore

Foto del giorno: l’incidente della Exxon Valdez, anche la natura prova dolore

Fotografia di Eric Mencher, stretto di Prince William, golfo d’Alaska, 24 marzo 1989. Una delle vittime dell’incidente della Exxon Valdez è tenuta in mano da un soccorritore sopraggiunto sul luogo. Il volatile è fradicio di petrolio, così come il guanto che ne mantiene sorretto il capo. Da quel disastro ambientale, uno dei più grandi della storia, sono passati ben 35 anni e c’è ancora qualcuno in quel frangente di costa alaskana a pagarne le conseguenze.

Foto del giorno: l'incidente della Exxon Valdez, anche la natura prova dolore

L’obiettivo di Mencher si soffermò su uno dei tanti, troppi martiri della catastrofe. I freddi numeri come sempre non aiutano, ma possono fornire un quadro approssimativo di ciò che accadde, ricordandoci come la natura spesso e volentieri prova dolore per nostra mano. Si stima che nel sinistro siano morti più di 250.000 uccelli marini, 3.100 tra foche, lontre e orche marine, 250 aquile di mare, con l’annesso sterminio di miliardi di uova di salmone e aringa.

Quello sciagurato 24 marzo dell’89 la superpetroliera Exxon Valdez, di proprietà dell’americana Exxon company, si incagliò al largo della costa dell’Alaska, esattamente nei pressi dello stretto di Prince William. Alla base dell’incidente vi furono una serie di equivoci sulla rotta da mantenere; ne risultò una copiosa fuoriuscita di greggio: 42.000 m³ di petrolio ad inquinare 1.900 km di coste.

Exxon Valdez superpetroliera

Troppo lenti i dispositivi di sicurezza, così come tardive furono le contromisure adottate dopo la fuoriuscita. A pagare lo scotto più grande non fu l’uomo bensì la flora e la fauna marina locale. Quando gli operatori giunti sul posto iniziarono a stilare i primi resoconti, compresero con orrore la reale entità del danno ambientale.

Exxon Valdez incidente golfo di Alaska

Gli Stati Uniti d’America dopo il disastro della Exxon Valdez decisero di rivedere i requisiti di sicurezza delle petroliere. Inoltre Washington cambiò registro anche per quanto riguardava le operazioni di pulizia del tratto di mare e della costa. Dove prima a pagare era il governo, ora l’incarico sarebbe spettato alle compagnie petrolifere. In sede civile e penale la Exxon dovette scontare un risarcimento di circa un miliardo di dollari (record superato solo nel 2012 dalla Deepwather Orizon). Mentre le operazioni di pulitura costarono oltre due miliardi, anche se le assicurazioni li coprirono il larga parte.

Exxon Valdez dispersione petrolio in mare

Con la fotografia introduttiva Eric Mencher gareggiò al World Press Photo contest. Egli ottenne il secondo posto nella categoria “nature“, “natura”. Gli occhi del povero uccello marino, stanchi e corrotti dal sudicio petrolio, la dicono lunga su cosa significò per l’ecosistema quello specifico incidente.