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Foto del giorno: l'archeologo Manuel Esteve con il suo "nuovo" elmo corinzio

Foto del giorno: l’archeologo Manuel Esteve con il suo “nuovo” elmo corinzio

Fotografia di anonimo, Jerez, Spagna, 1938. Il giovane archeologo Manuel Esteve Guerrero posa con un elmo corinzio. Egli, per metà avvolto da una simil clamide greca, fuma in tutta serenità una sigaretta. Lo scatto, come si suol dire, è d’altri tempi. Visti gli standard professionali odierni, nessuno mai oserebbe toccare un reperto archeologico come quello che Esteve mostrò a favor di camera; figuriamoci indossarlo come se fosse una banale replica contemporanea, magari adibita allo spettacolo. Evidentemente in quel 1938 la sensibilità a tal proposito era decisamente minore.

Foto del giorno: l'archeologo Manuel Esteve con il suo "nuovo" elmo corinzio

Mentre la fotografia veniva scattata, la guerra civile in Spagna si avviava alla conclusione. Anche sui cieli del resto d’Europa si stavano addensando cupe nubi di guerra, ma il bibliotecario, nonché archeologo municipale Manuel Guerrero Esteve avrebbe ricordato quei momenti per motivi totalmente differenti. Esattamente in quel 1938 partecipò a degli scavi che condussero alla straordinaria scoperta di un elmo corinzio, dissotterrato a meno di 20 km dalla foce del fiume Guadalete, entro i confini del comune di Jerez, Andalusia.

Sappiamo che non fu Esteve a scoprire direttamente il reperto di fattura ellenica, ma che rivestì un ruolo altrettanto importante per la conservazione e la catalogazione dello stesso. Fu lui, infatti, ad assicurarsi che l’elmo divenisse parte della collezione archeologica municipale di Jerez.

elmo corinzio Jerez Andalusia

A questo punto della storia subentrò César Pemán, commissario provinciale degli scavi archeologici. Il suddetto incaricò Manuel Esteve di inviare fotografie del manufatto greco alla Real Academia de la Historia, con sede a Madrid. Chiese anche di pubblicare un articolo specialistico recante il nome dell’archeologo (poi intitolato “Scoperta di un elmo greco nel Guadalete“). La pubblicazione legava il territorio andaluso alla presenza greca riscontrata a partire dal VII secolo a.C.

Ovviamente Esteve obbedì, scegliendo numerose fotografie scattate nei mesi precedenti, ma non questa di cui vi stiamo parlando – chissà, forse la giudicò un po’ eccessiva. Lo scatto rimase sepolto e dimenticato negli archivi museali di Jerez, venendo riscoperto solo in tempi recenti.

elmo corinzio Manuel Esteve Guerrero

La fotografia, di cui non conosciamo l’autore, è a parere di molti straordinaria e suggestiva. Il nostro soggetto indossa come se nulla fosse un elmo che ha due millenni e mezzo d’età. Si lascia scorrere su un lato un mantello a richiamo delle classiche clamide, sotto di esso risalta un moderno vestito formale, il tutto mentre fuma con disinvoltura una sigaretta. È tutto così armoniosamente sbagliato; ed è per questo che l’istantanea del 1938 piace, suscita sorrisi, attrae.