Fotografia di Robert Capa, Cordova, Spagna, 1936. Il grande talento e tempismo di Capa immortala “Il soldato caduto” dopo esser stato colpito da un proiettile, purtroppo fatale, tuonato da armi imbracciate dai franchisti. L’attimo è quello vincente, l’uomo è in caduta, pronto ad esalare l’ultimo respiro, pronto a morire per i propri ideali. La camicia è bianca e candida, come l’abbraccio della morte pronta ad accoglierlo.
Di Robert Capa e dei suoi splendidi scatti in contesto bellico si è già detto in un precedente articolo. Questo genere di eventi e di fotografie, per quanto brutali e rischiosissime, erano il suo pane quotidiano. Questa foto, in particolare, è una delle più famose del fotografo ungherese naturalizzato americano e, in generale, delle foto dei conflitti in senso lato.
La Guerra Civile Spagnola fu un tragico evento che ebbe inizio con il colpo di stato del 17 luglio 1936. Lo scontro interno alla nazione iberica durò fino al 1° aprile di tre anni dopo, segnando un numero di vittime elevatissimo. Pensate che si parla di circa 600.000 morti (per quanto approssimative siano sempre le stime), di cui molte frutto di rappresaglie e di accesissime violenze.
Lo scatto di Capa, passato alla storia come “Il soldato caduto”, testimonia tutto questo: morte, atrocità e distruzione. Apparve subito sulla rivista francese Vu e, poco dopo, sul periodo mensile comunista Regards. La consacrazione sarebbe avvenuta dopo. La ciliegina sulla torta, e l’annessa fama a livello mondiale, arrivò solo l’anno successivo. Il 12 luglio 1937 la foto apparve su Life, diffondendosi in tutto il mondo.
Oltre alla bellezza e all’attimo catturato, davvero impressionante e delicato, c’è un altro punto su cui vorremmo invitarvi a riflettere. Era il 1937 dicevamo poco fa, ed erano anni non banali. Ciò che accadeva in Spagna coinvolgeva, direttamente o indirettamente, le altre potenze europee, comprese Italia e Germania. In quegli anni erano in piena auge i due regimi totalitari (o di totalitarismo imperfetto, secondo un’altra definizione riferita al regime italiano) e parlare di tali argomenti a livello mondiale sensibilizzava, e non poco, l’opinione pubblica a riguardo.
Negli anni si aprì inoltre un vivace dibattito sull’autenticità dello scatto. Ciò riguardava la rocambolesca fuga di Capa dall’Europa nel 1939, durante la quale molti scatti spagnoli andarono perduti. Dopo molto tempo la “valigetta messicana” riapparve. Si recuperarono tanti scatti, troppi per qualcuno, creando perciò un alone di sospetto e mistero sul caso. In questa sede però il tema trattato è un altro e vogliamo concentrarci sulla bellezza e la forza di tale fotografia dello “Squalo” ungherese.