Fotografia di anonimo, Italia, 1946. In occasione delle elezioni amministrative di quell’anno fu concesso per la prima volta nella storia italiana il voto alle donne. Nella foto vediamo Maria Cataldo, una donna classe 1864, che vota per la prima volta nella sua vita, con la consapevolezza che poteva essere una delle ultime occasioni per farlo.
Il suo viso è austero, vissuto; il suo sguardo deciso e dal suo sorriso traspare la letizia. Dietro di lei c’è un’altra donna in coda, un’altra donna che voterà per la prima volta in vita sua. Immediatamente dietro due ragazzi ed un signore, tutti intenti a guardare attentamente quel gesto così carico di significato e di valenza storica. Un altro uomo aiuta con la sua mano quella di Maria ad inserire il suo foglio nella scatola.
Ma per comprendere al meglio il significato di questa fotografia storica, dobbiamo concentrarci necessariamente sulla parte di storia di quegli anni. Convulsa, povera e distrutta dalla guerra, l’Italia era in ginocchio, claudicante ma orgogliosa. Il periodo di dittatura volgeva al termine e una nuova pagina si apriva per la nostra Penisola.
Dopo la fine della riconquista territoriale a scapito dei tedeschi e dei collusi col regime, in attesa della firma del trattato di pace, le Potenze Alleate restituirono all’Italia ben 89 capoluoghi di provincia. Il governo italiano doveva provvedere ora alla loro sistemazione, indicendo delle elezioni. Leggermente diverse da tutte quelle precedenti.
Ma cosa cambiava sostanzialmente nella legislazione italiana? Dal 10 marzo del 1946, le donne italiane di almeno 25 anni ottenevano il diritto di voto ma anche di possibile elezione. Questo secondo tassello fu davvero interessante e importantissimo: ben sei sindache donne vennero fuori dalle prime elezioni amministrative del ’46.
Mancavano ancora tre mesi a quella fatidica data del 2 giugno 1946, al Referendum che porterà l’Italia a scegliere la Repubblica in luogo della Monarchia. Le donne ora esistevano anche politicamente (seppur con dei limiti) e potevano finalmente e giustamente dire la loro. Un percorso iniziato circa 78 anni fa e che, tortuosamente e con qualche difficoltà, continua ancora oggi.