Autoscatto di Christopher Johnson McCandless, Alaska centrale, 1992. Lo scatto è pienamente rappresentativo del personaggio, Christopher detto Alexander Supertramp, il girovago americano per eccellenza. In giovane età decise di abbandonare la famiglia benestante e intraprendere il suo viaggio in solitaria, che gli costerà, poco più avanti, la vita.
Cerchiamo di ripercorrere la vicenda e la traiettoria di vita del nostro Alexander. Come si deduce dal paragrafo introduttivo, Christopher proveniva da una famiglia abbiente, che fu abbandonata dal giovane senza preavviso alcuno. Poco prima di partire, Alexander devolve anche tutti i suoi averi alla Oxfam, confederazione internazionale di organizzazioni non profit dedite alla diminuzione della povertà nel mondo.
Dopo ciò non gli resta che partire all’avventura. Inizia il suo viaggio in autostop, tra gli States ed il Messico settentrionale. Sembra l’inizio di un romanzo di avventura introspettivo, non lo è assolutamente. Successivamente si trasferì e si stabilì in solitaria in Alaska, all’interno di un autobus abbandonato nella natura.
Venne da lui soprannominato Magic Bus, e fu la sua nuova ed ultima casa. Nell’agosto del 1992, due cacciatori che si trovavano in zona per la loro battuta, lo ritrovarono all’interno del bus. Era emaciato e non dava segno alcuno di vita. Arrivò infatti subito la triste conferma: Alexander Supertramp era morto, di fame o a seguito di un’intossicazione alimentare.
Vicino al suo corpo si trovavano diversi oggetti utilizzati per sopravvivere nell’area. Tra di questi vi erano i suoi appunti, dei libri di Thoreau, Tolstoj e London, e, soprattutto, la sua macchinetta fotografica. All’interno di questa si trovava l’autoscatto in questione. Chiaramente, al momento del ritrovamento, non c’era già più nulla da fare, nessun tentativo poteva rianimarlo, era morto da tempo.
Quella di Christopher Johnson McCandless, AKA Alexander Supertramp, divenne vicenda nota in tutta l’America, e anche nel mondo. Rappresentò quell’ideale di libertà suprema e di solitudine nel contatto con la natura. Una forma ancestrale di rapporto materno con quest’ultima che però non lo aiutò a sopravvivere a lungo.