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foto del giorno: il bambino e l'avvoltoio

Foto del giorno: il bambino e l’avvoltoio

Fotografia di Kevin Carter, Sudan, marzo 1993. La foto scattata nel marzo del 1993, in Sudan, è conosciuta in Italia come il “Bambino e l’avvoltoio“. Pubblicata per la prima volta sul New York Time il 23 marzo del 1993. L’autore è Kevin Carter, che grazie a questo scatto vinse il premio Pulitzer per la fotografia l’anno successivo.

foto del giorno: il bambino e l'avvoltoio

Il fotografo si era recato in Sudan con un’organizzazione umanitaria dell’Onu, e l’obbiettivo era quello di sensibilizzare sui temi della carestia. Egli era un fotografo sportivo impiegato durante i weekend, poi passato al Johannesburg Star trattando il sistema di apartheid in Sudafrica. Carter divenne membro del Bang Bang Club e documentò dal vivo la realtà della guerra civile in nell’estremo meridionale africano.

Molte furono le voci circa la fotografia ma per lo più accusatorie: Carter non si era interessato del bambino dopo lo scatto. Tanti lo accusarono di aver abbandonato un’anima in pena, prossima alla morte per stenti. Le critiche portarono Carter a sviluppare e manifestare i segni di una depressione che non gli lasciò scampo, e si suicidò nel 1994, a soli 33 anni. Lo stesso anno dell’assegnazione del premio Pulitzer.

bambino, Carter fotografo

Il bambino nella foto indossa un braccialetto distintivo distribuito dagli operatori della missione Onu. Il piccolo infatti venne assistito e sopravvisse alla carestia (così come all’avvoltoio). Il fotografo finì ugualmente con l’odiare profondamente quell’immagine.

È forse necessario concentrarsi sul dilemma che dovette affrontare Carter: scattare immagini di eventi così duri e violenti con estrema freddezza e così facendo portandoli alla luce. Ovvero, facendo si che se ne discutesse per il globo intero, che l’opinione pubblica ne rimanesse sconcertata. Essere un testimone di quel male non fu quindi necessariamente a sua volta un male.

bambino, bambini in sofferenza

Eppure il peso di quelle azioni, di quell’atteggiamento lo perseguitarono nonostante gli esiti positivi che si possono individuare. Gli riaffiorarono alla mente le immagini di bambini denutriti, delle efferate violenze perpetrate anche da coloro i quali avrebbero dovuto portare sicurezza. Quel peso divenne insostenibile, così come la vita stessa.