Fotografia di Rob Mieremet (Nationaal Archief, AN), Amsterdam, 4 novembre 1973. Quattro cavalieri percorrono le strade di Amsterdam in un’insolita domenica di novembre. La singolarità della scena era dovuta ad una contingenza storica ben precisa e ad un provvedimento “visionario” dello Stato olandese. S’intende rispettivamente la crisi petrolifera globale del 1973 e l’originale reazione dei Paesi Bassi.
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Lo scatto di Rob Mieremet è esemplare perché si presta a molteplici letture. Una più superficiale, perché d’impatto, riguarda il naturale contrasto che la scena in sé propone. Evidente è la contraddittorietà fra le persone a cavallo e le macchine parcheggiate ai lati della strada. Ad effetto, quasi cinematografica, è la prospettiva scelta dal fotografo. Il ragazzo in piedi, ad un passo dalla sua bicicletta a terra, che osserva i quattro cavalieri avvicinarsi. Essi paiono ordinari nell’aspetto, vestiti secondo la moda del tempo, ma oltremodo fieri nell’atteggiamento (l’ultimo signore del quartetto intento a fumare una sigaretta emana un’aura di epicità difficilmente riscontrabile altrove).
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Poi c’è un secondo e più profondo livello di lettura, che fornisce un senso all’intera scena immortalata. Mieremet stava catturando in immagine ciò che accadeva nelle strade di Amsterdam quel 4 novembre 1973, a poche settimane dallo scoppio della grande crisi petrolifera del 1973. Da poco i paesi OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) avevano bloccato i rifornimenti di greggio all’Occidente schieratosi con Israele in occasione della guerra dello Yom Kippur.
Fu un colpo durissimo per le prime economie mondiali, ma alcuni Stati (a differenza di altri…) seppero trarne una lezione importantissima. Fu il caso dei Paesi Bassi, i quali rivoluzionarono il senso della viabilità urbana nel segno della sostenibilità. Ciò si tradusse in meno macchine, più trasporti pubblici, più incentivi allo spostamento con mezzi non motorizzati, ergo, bicilette e cavalli. Geniale era il titolo di un trafiletto posto in prima pagina da La Stampa che recitava “Crisi petrolifera globale: l’Olanda ne esce pedalando”.
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Personalmente aggiungerei anche “cavalcando”, vista l’apparizione di numerosi cavalli per le strade di Amsterdam nelle cosiddette “autovrije zondagen”, che per chi non mastica l’olandese significa “domeniche senza auto“. Le giornate ecologiche di cui tanto ci lamentiamo noi italiani (e di cui proprio non comprendiamo l’importanza, ottusi come siamo) gli olandesi le implementarono poco più di mezzo secolo fa.
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Nell’immaginario collettivo nazionale è rimasto impresso il discorso che nel dicembre 1973 fece il premier Joop Den Uyl. Il primo ministro invogliava la popolazione tutta ad adottare uno stile di vita più “pulito”, quindi ecologico e sostenibile. Discorsi del genere al tempo erano certamente strumentali, in quanto utili al Paese per superare il dissesto energetico causato dal boicottaggio OPEC. Ma poco importa l’intento alla base se poi l’obiettivo finale è rendere pienamente cosciente un’intera popolazione.