Fotografia dell’Associated Press, Pittsfield, Massachussetts, USA, ottobre 1954. La famiglia Brooks accoglie il sedicesimo membro, un pargoletto di nome Leslie Benjamin, unico maschietto dopo la bellezza di 13 femmine. L’immagine in bianco e nero non si sofferma esclusivamente su una storia di vita familiare, ma permette a chi l’osserva di scorgere lo spaccato di una società in piena ridefinizione, come poteva essere quella americana negli anni ’50.

Lo scatto non è uno di quelli di recente popolarità, come i tanti che si possono trovare in giro, cimeli di un trascorso lontano, nostalgiche tracce di un tempo che, a voler guardare bene, era portavoce di sentimenti contrapposti: di speranza per un futuro che verrà e di terrore per una malaugurata guerra, la più catastrofica che l’umanità possa mai vedere. Negli occhi dei Brooks queste ed altre emozioni erano palesi. La fotografia fece immediatamente il giro della nazione, finendo nelle prime pagine dei quotidiani e al centro delle discussioni radiofoniche.
Potremmo chiederci perché e non sarebbe neppure troppo fuori luogo farlo. La situazione della famiglia Brooks fu emblematica per gli Stati Uniti d’America di metà anni ’50. Pensateci per un secondo: quelli erano gli anni postbellici, in cui si celebrava il benessere della società americana, il quale nucleo era rappresentato dalla tradizionale famiglia allargata, portatrice di determinati valori e di specifiche caratteristiche, esaltate da tutti i mezzi dell’informazione e dell’intrattenimento. La grande famiglia Brooks non si limitò ad incarnare quel paradigma sociale, ma lo elevò su un piano superiore, amplificandone la portata.

Suscitava poi enorme interesse lo stile di vita quotidiano dei singoli esponenti. Come si vive in 16? Quale potrà mai essere un’ordinaria routine? Come si gestiscono gli spazi e in che modo ci si spartisce il lavoro giornaliero? Al momento dello scatto, che è del 1954, Eunice, di 16 anni, era la sorella maggiore e rivestiva già un ruolo materno. Poi c’erano le gemelle Janice e Janet, tanto inseparabili quanto adorabili. Ogni sorella, pur facendo parte di un collettivo amplio, possedeva proprie aspirazioni e personali specificità.
La fotografia suscita interesse, e di conseguenza ovvie curiosità. La nascita di Leslie Benjamin, unico fratello in un mare di sorelle, alterò gli equilibri preesistenti nella famiglia? Venendo alla luce in un mondo in cui alle donne era predeterminata una vita casalinga e agli uomini un futuro decisamente più ambizioso e “libero”, avrebbe rappresentato l’eccezione a conferma della regola o un punto di rottura con le norme sociali del tempo. Domande che un po’ tutti si fecero, alle quali solo il tempo ha saputo dare una risposta fatta e finita.

Le interviste ottenute nei decenni successivi, in cui ogni membro della famiglia Brooks ha raggiunta la maggiore età, ci dicono che nessuno fra loro ha vissuto una brutta vita. Dopo aver vissuto in una casa “su misura” – che in realtà era un ex istituto scolastico, trasformato in accogliente abitazione – i Brooks si sono separati, hanno trovato un lavoro, messo su famiglia, divorziato, affrontato problemi di salute, vissuto soddisfazioni e sfortune. Vite ordinarie per una famiglia tutt’altro che ordinaria.