Fotografia di anonimo, Stadio Fratelli Ballarin, San Benedetto del Tronto, Marche, domenica 7 giugno 1981. Si tratta di una tragedia calcistica gravissima in cui persero la vita due ragazze e ci furono un centinaio di feriti, di cui 13 gravi ustionati. Fu proprio uno di quegli eventi che nessuno si aspetta e che nessuno vorrebbe, soprattutto quando si parla di sport e di divertimento. Vediamo insieme cosa successe.
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Era una calda domenica di giugno e stava per cominciare la partita che vedeva opporsi Sambenedettese e Matera. Campionato di Serie C1, girone B 1980-1981, la Sambenedettese tornava finalmente in Serie B (finirà seconda a pari merito con la Cavese, a 44 pt.), mentre il Matera si trovava nella parte opposta della classifica, terzultima.
Per festeggiare alla grande tale ritorno in un campionato prestigioso quale la Serie B, 7 quintali di striscioline di carte da giornale erano stati portati dentro la curva della squadra di casa. La Curva Sud si preparava a ricreare sugli spalti un po’ di quello spettacolo che i loro beneamati portavano sul rettangolo di gioco. Qualcosa però andrà storto, la morte giocherà un brutto scherzo alla felicità quel giorno, coadiuvata dalla sfortuna e dagli errori tecnici.
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Quelle maledette striscioline infatti presero fuoco, creando un rogo violentissimo. Scoppia il panico tra i tifosi che cercano di correre ai ripari. Si succedono in questo momento, tragicamente, due errori tecnici: 1) le chiavi dei cancelli di emergenza non si trovano velocemente; 2) c’è un malfunzionamento dell’idrante più vicino al rogo. Sommando questi due dati, si ottiene un risultato che sa di nefasta catastrofe.
Non appena tornò un po’ di pace in Curva Sud, tutti i feriti raggiunsero l’ospedale in auto private, taxi ed ambulanze. Alle 17:16 iniziava quella partita, sporca di cenere e di sangue. Il direttore di gara Paolo Tuberini decise infatti, apparentemente in maniera incomprensibile, di fischiare il calcio di inizio di quel match. Finirà 2-0 per i padroni di casa, che arriveranno così a 44 pt. totali.
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Un risultato beffardo a dir poco perché, in quelle stesse ore, proprio due ragazze perderanno la vita. Le ricordiamo anche noi, con i loro nomi e i loro volti nel murales qui in alto: Annamaria Carini e Alessandra Marcucci. Due gol segnati nel campo, due morti fuori da questo. Proprio quello che non dovrebbe mai succedere. Una pagina sportiva e storica da ricordare soprattutto evidenziando, giustamente, i passi avanti compiuti nell’ultimo periodo per quanto inerisce la sicurezza negli stadi, per calciatori e spettatori.