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Foto del giorno: Fiorello La Guardia, l’uomo che vietò i flipper a New York

Fotografia di Harris & Ewing, Washington, USA, 1937. Nella fotografia vedete immortalato Fiorello La Guardia (o Fiorello Laguardia), il sindaco di New York che negli anni Quaranta intraprese una fiera crociata verso il nemico nr. 1 del mondo. Il flipper. No, non Flipper il delfino, bensì il flipper inteso come gioco. Suvvia, chi mai potrebbe odiare il delfino Flipper?

Fiorello La Guardia e quell’insofferenza verso il flipper

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Crediti foto: @Harris & Ewing, photographer, Public domain, via Wikimedia Commons

Forse non tutti sanno che, negli anni Quaranta, ci fu una vera e propria crociata contro i flipper. Uno dei fautori più accaniti, la cui avversione per questo gioco divenne leggenda, fu proprio Fiorello La Guardia. Quest’ultimo divenne sindaco di New York il 1 gennaio 1934.

Uno dei crucci maggiori del sindaco della Grande Mela era la lotta contro le attività mafiose. Lotta che si esplicava anche contrastando le slot machine, controllate proprio dalla Mafia. Così La Guardia decise di vietarle. La criminalità organizzata cosa fece? Cercò un’altra potenziale fonte di reddito, trovandola nei flipper.

Il primo flipper della storia risale al 1931 e da subito ottenne una notevole platea di sostenitori. Inventato negli Stati Uniti negli anni Trenta, con il nome di Pinball, ecco che a fronte di molti estimatori, c’era anche chi considerava questo gioco come il Male assoluto.

flipper

Il problema nasceva dal fatto che i flipper originari erano diversi da quelli moderni. I primi flipper non avevano le alette laterali che permettevano alla pallina di essere sospinta indietro. Il che voleva dire che, a meno di non scuotere o ribaltare il gioco, i giocatori vincevano o perdevano in base a rimbalzi casuali della pallina. Il che trasformò il flipper in una sorta di gioco d’azzardo.

Fra l’altro, per le alette, bisogna aspettare il modello Humpty Dumpty, quello prodotto dalla Gottlieb nel 1947. Membri della Chiesa e personale scolastico arrivarono a sostenere che il flipper corrompesse la morale dei bambini (dovevano essere gli antenati dei moderni “Ah, ma i videogiochi traviano i giovani”). Questo perché, secondo loro, i bambini, pur di giocarvi erano spinti a rubare soldi e a bigiare le lezioni (o marinarle, fare seghino, dipende dalla vostra età anagrafica, ma il concetto è sempre quello, saltare la scuola per capirci).

Aggiungeteci poi il fatto che la maggior parte dei flipper arrivavano da Chicago, città che ebbe il suo bel daffare con la criminalità durante la Grande Depressione ed ecco spiegato perché in molti si misero a demonizzare i flipper.

E fra di loro ci fu proprio il nostro Fiorello La Guardia. Il sindaco della Grande Mela non solo odiava i flipper, ma dichiarò loro guerra. Eleggendoli al ruolo di “gioco d’azzardo illegale”, ecco che li vietò in città nel 1940. Ma il Proibizionismo docet ed ecco che la gente continuò a giocarci di nascosto e a bere di nascosto. Insomma, flipper e alcol andavano spesso a braccetto.

La furia del sindaco arrivò a vette tali che, nel 1942, insieme a un gruppo di poliziotti, si mise a marciare per le strade distruggendo a suon di martello tutti i flipper che avevano la sfortuna di incrociare il suo cammino. Il divieto di flipper a New York venne poi abolito solamente nel 1976, quando il gioco divenne nuovamente legale. Il merito di tale revoca va a Roger Sharpe, uomo che amava i flipper e che riuscì a far capire al consiglio comunale che il flipper era un gioco di abilità.

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Crediti foto: @Harris & Ewing, photographer, Public domain, via Wikimedia Commons

Ma il flipper non fu vietato solo a New York. Anche altre città andarono dietro a La Guardia. Niente flipper neanche a Los Angeles, Chicago, New Orleans e Milwaukee, per esempio. In altre città, invece, come Washington DC, semplicemente vietarono ai bambini di giocarci durante gli orari di scuola.

E in Italia? Da buoni “vietatori seriali randomici”, ecco i flipper arrivò con molte restrizioni. Diverse norme e regolamenti ne vietarono l’uso come gioco d’azzardo. Il che voleva dire divieto assoluto di vincite di qualsiasi tipo, ivi inclusa la possibilità di rigiocare in caso di vittoria. Si trattava di una limitazione tutta nostra, così i produttori si ingegnarono e misero in commercio modelli dedicati solo all’Italia. Si cercò anche di mitigarne l’aurea, non chiamandoli flipper, bensì biliardini e sostituendo la vincita della partita con l’ottenimento di una pallina.