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Foto del giorno: finalmente banane!

Foto del giorno: finalmente banane!

Fotografia di L. Szacinski – Fondazione Oslobilder, Oslo, Norvegia, 1906. Il primo lotto di banane arriva in Norvegia. C’è una prima volta per tutto; deve averlo pensato anche Christian Mathiessen, una delle persone ritratte nella fotografia sottostante, fondatore nel 1886 di Bama, la più grande azienda importatrice di frutta in Norvegia. Mathiessen contribuì a far arrivare nel suo paese natale lotti da tre tonnellate l’uno contenenti banane. Per quanto possa sembrare strano, la nazione scandinava fu tra le prime in Europa ad abbracciare il mercato del frutto tropicale, essendo la seconda in ordine cronologico solo dopo il Regno Unito.

Foto del giorno: finalmente banane!

Nel 1906 per un norvegese comune doveva essere quantomeno impressionante imbattersi in una banana. Le meraviglie della globalizzazione, si potrebbe affermare. Eppure il Vecchio Continente conosceva l’esistenza delle banane sin dal XV secolo. Furono i commercianti portoghesi i primi a vendere a carissimo prezzo i frutti provenienti dall’Africa occidentale. All’epoca si chiamavano “banema“, seguendo la dicitura guineana. Solo in seguito, tra Sette e Ottocento, si iniziò a chiamarle “banane”, quindi col nome inglese.

Andando oltre le criticità derivate dalla coltivazione, esportazione e dal commercio globale delle banane (che gli storici inquadrano nell’ottica dell’imperialismo economico occidentale), soffermiamoci su ciò che queste fotografie scattate all’alba del Novecento ci vogliono mostrare. Quei primi carichi in Norvegia contenevano banane qualità Gros Michel, altresì nota come Big Mike. Varietà d’esportazione riservata fino agli anni ’50 quasi esclusivamente al mercato statunitense. Coltivata in Africa e Sudamerica, la banana Gros Michel approdava soprattutto nei banchetti nordamericani e secondariamente europei.

banane Norvegia 1906

Una devastante malattia, causata dal fungo Fusarium oxysporum, mandò al collasso le piantagioni di Gros Michel. A partire dalla seconda metà dello scorso secolo, le Gros Michel sparirono dal mercato (essendo sopravvissute solo le colture thailandesi) e vennero sostituite dalla varietà Cavendish, che noi tutti abbiamo ben presente.

Astraendo dal quadro generale e tornando alla specificità del contesto norvegese, si può denotare un atteggiamento “provvidenziale” da parte degli importatori nazionali. Il consumo dei primi lotti del 1906, provenienti perlopiù da Giamaica e Messico, era destinato alle élite urbane di Oslo e Bergen, le prime due città per grandezza del paese scandinavo.

banane norvegesi con i primi lotti XX secolo

Dopo la Prima guerra mondiale, il commercio delle banane si stabilizzò. La Norvegia iniziò a importare grandi quantità di banane Gros Michel non mature, trasportate in nave e fatte maturare nei magazzini locali. Nacquero così le prime modningshus (case di maturazione).

Con lo stravolgimento di metà secolo, i norvegesi amplificarono la portata economica della produzione locale. L’implementazione trasformò il frutto in un bene alimentare accessibile a tutti gli strati della società. Processo che oggi ha trasformato la Norvegia in uno dei paesi europei in cui si consuma il maggior numero di banane pro capite. E pensare che tutto iniziò in quel 1906, con carichi da 3.000 kg ciascuno da consegnare a pochi eletti.