Fotografia di anonimo, Sant’Agata Bolognese, 1963. Ferruccio Lamborghini posa insieme a Giotto Bizzarrini e Gian Paolo Dallara davanti ad uno splendido prototipo di motore Lamborghini V12. A quel punto della storia Ferruccio è già grande, famoso e rispettato, ma noi cominceremo il nostro racconto da un po’ prima. Quando il nostro protagonista non era ancora un protagonista e quando il suo cognome era ancora anonimo.
Nella provincia di Ferrara, precisamente a Renazzo, il 28 aprile del 1916, nasce il piccolo Lamborghini, con ben tre nomi: Ferruccio Elia Arturo. In una famiglia di umili contadini, le sue giornate trascorrono amene e tranquille fra le stalle e le terre di famiglia. Ma un centro d’attrazione molto forte viene però da tutto ciò che riguarda i motori e la meccanica. Iniziò riparando gli utensili meccanici e i mezzi di famiglia, all’interno di una stalla, come tutti i grandi inventori e innovatori.
Un ulteriore centro di sperimentazione sarà, suo malgrado, la Seconda Guerra Mondiale. Finirà a Rodi, in Grecia, e anche qui, nemmeno a dirlo, si occuperà di motori. Addirittura alle sue cure fu affidato l’intero parco auto italiano dell’area. Il nuovo capo del Reparto Officina gode di una grandissima fama ma, nel settembre del ’43, la situazione lo costringe a fuggire. Col permesso dei tedeschi apre un’officina e li incontra anche la futura moglie , Clelia Monti, che malauguratamente muore subito dopo il parto del loro primo e unico figlio.
Nel 1946, finalmente, torna a casa, in Italia. Una nuova Italia, rinata e democratica, viva e spensierata. L’agricoltura arranca ancora un po’, ma il mais americano e i molti sussidi la aiuteranno nel breve periodo a risanare e lanciare il settore primario italiano. Ecco allora che in questa porzione ampia di mercato si inserisce il genio di Ferruccio Lamborghini: inizia a produrre trattori con quel suo estro nella meccanica che da sempre lo contraddistingueva.
Era il periodo del boom economico e Lamborghini era diventato grande, immenso, come logo e come nome. Ferruccio si lancia nel mondo dei climatizzatori e, per un attimo, anche in quello degli elicotteri. Non si fermava più. Diventato oramai ricco, acquistò la sua auto dei sogni: una Ferrari 250 GT. Qualcosa va però storto, la frizione della Ferrari non funziona al meglio, almeno secondo Lamborghini. Decide così di reclamare direttamente con un altro grande della storia automobilistica italiana, ovvero Enzo Ferrari in persona. La risposta di quest’ultimo è celebre e laconica:
“Ferruccio, le mie macchine funzionano perfettamente. Il problema sei tu. Non sei capace di guidare macchine super-sportive in maniera corretta perché sei abituato a guidare solo i tuoi trattori. Faresti meglio a continuare a occuparti di trattori e a lasciare che mi occupi io delle macchine sportive”.
E cosa non si deve mai fare con un uomo competitivo e lungimirante? Esatto, non si dovrebbe sfidarlo. Lamborghini la prese sul personale e contattò i migliori tecnici e ingegneri della zona. Costruì una super squadra di specialisti, nonostante molti remassero contro e cercavano di dissuaderlo dal progetto. Nulla da fare, stava per nascere la Lamborghini 350 GT, concorrente diretta della Ferrari. Il resto è storia che corre veloce come queste splendide creature automobilistiche tutte italiane.