Fotografia di Henri Cartier Bresson, stazione parigina di Saint Lazare, 1932: lo scatto immortala un semplice salto e il suo riflesso in una pozzanghera, il che porta a sminuire forse l’abilità del fotografo francese. Sarà famoso soprattutto per il concetto di “momento decisivo“, che appare così scontato nel mondo fotografico ma che tale non è mai. Per capire meglio il calibro del personaggio, tuffiamoci in questa breve storia.
Cominciamo con qualche parola sull’autore stesso. Henri nasce a Chanteloup-en-Brie, un comune di appena 2000 anime nella regione dell’Île-de-France, nel 1908. La sua è una famiglia borghese che gli consente di studiare tranquillamente. Importante sarà lo zio Louis, che lo avvicinerà al mondo della pittura. Ma di passione per la fotografia ancora non c’è traccia.
Sarà una fotografia di Martin Munkacsi a svegliare in lui quella passione innata, portando lo stesso protagonista di oggi a dire di voler “guardare la realtà attraverso l’obiettivo“. Siamo nel 1932 ed Henri si trovava allora in Costa d’Avorio. Qui comprerà la sua prima macchina fotografia, la Kodak Brownie ed eseguirà i suoi primi scatti.
Tornato in Francia, lavorerà come assistente del regista Jean Renoir, figlio del famoso pittore Pierre-Auguste. Conoscerà in seguito anche il grande fotografo polacco David Szymin, che gli presenterà a sua volta il grandissimo Robert Capa. Il suo nome cresceva sempre di più e iniziò il suo viaggio intorno al mondo. Cina, Giappone, Messico, Canada, USA, India e, soprattutto, Unione Sovietica.
Quest’ultima meta segnerà un traguardo importantissimo nella carriera di Cartier Bresson: sarà il primo fotografo occidentale ad immortalare liberamente scene di vita in URSS dopo la fine del Conflitto Mondiale. E i suoi scatti avvenivano seguendo quel concetto di “Momento decisivo” che lui stesso coniò.
Torniamo in conclusione allo scatto di oggi, preso ad esempio di questo suo modus operandi. La foto “Dietro Saint-Lazare” è una dimostrazione perfetta di cosa si intende per momento decisivo. C’è una figura non ben definita che salta, dietro la stazione, in un’area allagata. Il momento colto dal fotografo è quello perfetto: l’uomo è ancora in aria, con le gambe divaricate, la sua ombra si staglia sull’acqua e nello scatto rimane sospeso, come potesse volare. Considerate ora che scattare una foto all’epoca non era come farlo oggi con un Iphone qualsiasi, ma molto più complicato. Ecco, questo ci restituisce una parte dell’immensa bravura e professionalità che Henri Cartier-Bresson aveva.