Il sottosuolo di Aquisgrana rivela, dopo più di un millennio e mezzo di oblio, residui di fortificazioni romane tardoimperiali. Protagonisti indiscussi della scoperta archeologica sono i ricercatori dell’organizzazione SK ArcheoConsult. Nel centro cittadino, esattamente sulla Pontstraße, gli scavi hanno permesso il rinvenimento di una porzione di cinta fortificata lunga poco meno di 7 metri. La muratura non eccede i 90 centimetri di spessore. Molto probabilmente, almeno stando alle prime indicazioni fornite, risale al III o al IV secolo d.C.
In realtà la scoperta è avvenuta durante i lavori di manutenzione della rete idrica cittadina, programmati dall’amministrazione comunale. Mentre una squadra di idraulici lavorava ad un collegamento domestico sotterraneo, piccoli settori dell’imponente struttura muraria sono venuti alla luce. Essi hanno destato prima di tutto genuina curiosità, poi attenzione scientifico-archeologica.
L’archeologo Andreas Schaub, nel tentativo di definire i “contorni storici” della scoperta, ammette come questa avvalori ancor di più la tesi per la quale Aquisgrana godesse – in epoca tardoimperiale prima e successivamente nel Tardoantico – di una massiccia cerchia muraria dalla funzione difensiva.
Tuttavia i ricercatori non nascondono le loro previsioni. Si pensa che ulteriori scavi possano far riemergere i resti del castrum di cui si ha solamente traccia documentale. Quest’ultimo, secondo le fonti antiche, dovrebbe trovarsi in prossimità della collina del mercato.
Il castrum di Aquisgrana venne edificato a seguito delle pesanti incursioni franche nel III secolo d.C. La struttura, immediatamente riconosciuta dai coevi come una delle più “maestose” tre quelle del limes renano, presentava all’epoca un ampissimo fossato e dei torrioni circolari ad intervallare le mura in pietra. Dei torrioni si ha evidenza archeologica grazie a dei minimi ritrovamenti in zona Katschhof.
La serie di strutture difensive di matrice romana funse da fondamenta per l’edificazione del palazzo reale carolingio. Sebbene si abbia certezza della loro esistenza nel sottosuolo di Aquisgrana, gli scavi per riportarli alla luce risulterebbero fin troppo “invasivi” e destabilizzanti per la vita comunitaria. Lo si capisce facilmente osservando gli stessi lavori di Pontstraße, dove per 7 metri di muro romano si è interrotta una delle principali arterie cittadine, causando non pochi disagi alla viabilità.