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Filippo d’Africa: il legittimo erede delle corone di Fez e del Marocco

Nel XVI e XVII secolo, molti eredi provenienti dai regni del Nord Africa arrivarono in esilio in Spagna o in Portogallo a causa di sconfitte in battaglia o usurpazione dei loro troni. La maggior parte di loro ha ricevuto il battesimo ed è stata sponsorizzata dal re di Spagna, da cui hanno ricevuto un nuovo nome. Tra questi c’era Muley Xeque, il futuro Filippo d’Africa, figlio del re di Fez e del Marocco.

Filippo d'Africa

La battaglia dei tre re: la fine della dinastia saadiana e la morte del padre di Filippo d’Africa

Filippo d’Africa finì nella villa e corte spagnola, Madrid, dopo essere sfuggito all’ira dell’usurpatore del trono di suo padre, suo zio. La famiglia reale Saadí si era rifugiata nel Peñón de Vélez de la Gomera e da lì progettava di riprendersi il trono con l’aiuto di un esercito portoghese. 

Tuttavia, la battaglia dei tre re, avvenuta ad Alcazarquivir il 4 agosto 1578. Essa fu decisiva per la fine della dinastia saadiana e la morte del padre di Filippo d’Africa.
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La fuga di Filippo d’Africa al Portogallo e il trasferimento in Spagna

Muley Xeque, ora legittimo erede delle corone di Fez e del Marocco, fu evacuato dai portoghesi a Lisbona, dove rimase per 10 anni, fino al 1587. Poi, Felipe II con il trono portoghese assicurato trasferì gradualmente l’intera corte in Spagna, stabilendosi in diverse località. Muley Xeque, ora noto come Filippo d’Africa, si trasferì in diverse città spagnole, tra cui Carmona e Andújar, dove fu “invitato” a convertirsi al cristianesimo.

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La conversione al cristianesimo 

Filippo d’Africa si convertì al cristianesimo e fu battezzato con il nome di Felipe a El Escorial. Successivamente si trasferì a Madrid, dove visse tra il 1594 e il 1608. Lì fu noto come “Il principe nero”. Visse nella zona del Barrio de las Letras, vicino alla casa di Cervantes, e ascoltava messa nella chiesa di Atocha.

La partenza per l’Italia e la morte a Vigevano

Filippo d’Africa lasciò Madrid tra il 1609 e il 1610 per recarsi in Italia, dove visse a Vigevano, vicino a Milano, in qualità di segretario di Giuseppe Maria Scarampi. Morì il 4 novembre 1621 e si ipotizza che sia sepolto nella Cattedrale di Vigevano.