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Festeggiare il Capodanno come gli antichi Egizi: ecco cosa fare

Stanchi di festeggiare il Capodanno sempre nello stesso modo? Aperitivi, cenone, balli, serate alcoliche, vischio, countdown alla TV, serate in piazza a congelare non fanno per voi? Che ne dite di provare a cambiare e celebrare l’avvento dell’Anno Nuovo come facevano gli antichi Egizi? Tutto molto bello, già, ma esattamente come facevano gli antichi Egiziani a festeggiare il Capodanno? Quali riti e tradizioni seguivano?

Il Capodanno secondo gli antichi Egizi

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In realtà, alcune cose a quanto pare non sono mai cambiate. Noi adesso festeggiamo il Capodanno in piazza, ascoltando questo o quel concerto, guardando i fuochi d’artificio o qualche spettacolo, mentre gli antichi Egizi erano soliti organizzare festeggiamenti pure presso le Piramidi di Giza. Con l’innegabile vantaggio che, probabilmente, loro non morivano di freddo.

Quindi alcune tradizioni sono assai simili alle nostre. Per contro, però, altre sono molto diverse. La festa di Capodanno o Wepet Renpet (“Apertura dell’anno”) prevedeva di fare regali a parenti e amici, come facciamo ancora adesso. Ma ci sono anche alcune tradizioni e riti particolari che gli antichi Egizi rispettavano. Per esempio, erano soliti portare fuori dai templi le immagini delle loro divinità in modo da farle rigenerare con la luce del sole.

Inoltre, un’altra particolarità egiziana, è che la data del Wepet Renpet cambiava nel corso del tempo. Anzi, a volte era celebrata più volte all’anno (fortuna che all’epoca non avevano la chat “Capodanno”: immaginate di essere inseriti in diverse chat Capodanno durante il corso dell’anno?). Una volta si arrivò a celebrarlo anche tre volte all’anno.

Grande Sfinge di Giza fotografia laterale

Il fatto è che il calendario egiziano aveva 365 giorni in un anno, ma non esisteva un anno bisestile. Questo faceva sì che il giorno del Wepet Renpet si spostasse di continuo, a volte comparendo più volte in un anno.

Quando gli Egiziani crearono il loro calendario, circa 4.800 anni fa, il Wepet Renpet si trovava vicino al solstizio d’estate (il 21 giugno). Fra l’altro questo era il periodo durante il quale si verificava l’annuale inondazione del Nilo. Ma già all’inizio del Medio Regno, dal 2030 al 1640 a.C., il Wepet Renpet cadeva vicino al solstizio d’inverno (a dicembre).

Inoltre capitava spesso che gli Egiziani celebrassero più Capodanni nello stesso anno. Nel Tempio di Khnum o Tempio di Esna, situato a sud di Luxor (l’antica Tebe), si trova un calendario inciso su un muro che riporta ben tre Wepet Renpet in un singolo anno.

Così come spiegato a Live Science da Leo Depuydt, professore di Egittologia e Assiriologia presso la Brown University, in quell’anno la festa di Wepet Renpet venne celebrata il primo giorno dell’anno solare, il giorno del compleanno dell’imperatore romano (il calendario risale a un periodo compreso fra la metà del I secolo e la metà del III secolo d.C., quindi quanto l’Impero Romano governava l’Egitto) e anche quando la stella Sirio sorgeva da sotto l’orizzonte orientale dopo essere stata invisibile per un paio di mesi.

capodanno egiziano
Crediti foto: @Theodore M. Davis Collection, lascito di Theodore M. Davis, 1915; The Met; CC0 1.0

Il Capodanno egiziano, poi, prevedeva sia di adorare le divinità, sia di ricordare i defunti. E la vigilia di Capodanno gli Egiziani erano soliti organizzare dei banchetti, scambiandosi regali per augurare ad amici e parenti un felice anno nuovo. Uno degli oggetti maggiormente regalati era la “fiasca del nuovo anno”, un recipiente tondeggiante di ceramica smaltata con iscrizioni beneauguranti. In teoria queste fiasche contenevano dei liquidi, ma viste le loro dimensioni ridotte, probabilmente erano destinate a contenere oli profumati e non bevande. O magari contenevano acqua del Nilo.