Le contese tra l’Impero Asburgico e quello Ottomano per il controllo dei Balcani, nonché dell’immediata Europa centrale, sono un classico della storia moderna e contemporanea. Ci vorrebbero mesi per raccontare ogni singolo scontro tra questi immensi stati, eppure oggi vogliamo concentrarci su un personaggio, un evento storico e le sue conseguenze a livello continentale: Eugenio di Savoia, la battaglia di Zenta e l’inizio della decadenza ottomana.
Come ci piace dire: prima il contesto. Siamo immersi nella guerra ottomano-austriaca che va dal 1683 al 1699. Il sultano Mustafa II è convinto di poter riuscire nell’impresa in cui aveva fallito Solimano il Magnifico nel 1529, ovvero la conquista di Vienna. I buoni propositi però restano tali, perché l’azione fallisce nel 1683. Da quest’anno in poi si susseguono una serie di scontri tra le parti in gioco e il risultato è chiaro: gli Asburgo conquistano Budapest, segue la vittoria di Mohács, poi prendono anche Belgrado (salvo riperderla successivamente).
Ma nel 1688 Francia ed Austria arrivano ai ferri corti, perciò i turchi hanno modo di riorganizzarsi, per l’appunto riprendere Belgrado e chissà, magari puntare di nuovo a Vienna. Ed è qui che entra in gioco il nostro protagonista, Eugenio di Savoia. Già vi sentiamo: “come è possibile che un principe Savoia, teoricamente vicino alla corte francese, combattesse per gli Asburgo, eterni rivali dei Borbone?” – semplice, la madre di Eugenio era caduta in disgrazia presso la corte di Luigi XIV e il principe, che non covava assolutamente rancore (…), decise di prestare servizio presso le fila asburgiche.
Dunque, ritorniamo alla linea principale della storia. Siamo nel 1697, sebbene l’offensiva austriaca abbia comportato dei notevoli successi, l’esercito imperiale è allo stremo delle forze. Non solo, la cassa dell’armata è vuota, i rifornimenti stentano ad arrivare, l’equipaggiamento non è dei migliori. Se a ciò aggiungiamo come gran parte dell’esercito è composto da mercenari non pagati in tempo, capiamo con quanta premura il principe Savoia si apprestò a finanziare la campagna militare di tasca propria.
Comunque Eugenio, forte della sua fama come esperto e vittorioso comandante militare, a capo di circa 50.000 uomini, volle fronteggiare gli ottomani. Questi, come detto, si stavano riorganizzando nei pressi di Belgrado e il Savoia volle giocare d’anticipo. Riuscendo ad intercettare delle informazioni sensibili sugli spostamenti dei contingenti ottomani, Eugenio incontrò i turchi sul fiume Tibisco, nei pressi di Zenta (odierna Serbia). Il tempismo fu perfetto: l’esercito imperiale attaccò quello ottomano nel momento dell’attraversata del fiume.
Presi alla sprovvista, gli uomini della Sublime Porta tentarono la ritirata…In pochi ce la fecero. Più di 20.000 turchi ci rimisero la vita. Solo 500 per i soldati di Eugenio di Savoia. Il bottino di battaglia fu strabiliante e permise di pagare quanti avevano partecipato all’operazione. Con la battaglia di Zenta del 1697 si conclude de facto la guerra austro-ottomana, ma si concludono anche i sogni di gloria di quello che si apprestava a diventare il “grande malato d’Europa”. Il principe di Savoia ebbe un ruolo decisivo in tal senso.