Fra i regni più corti della storia, sicuramente rientra quello di Michele Romanov, che fu zar di Russia per solamente un giorno, dal 15 al 16 marzo 1917. Questo brevissimo governo, tuttavia, va inserito in uno contesto molto particolare, quello della Rivoluzione Russa.
Michele Romanov nacque nel 1878 a San Pietroburgo, figlio quintogenito di Alessandro III e della zarina Dagmar di Danimarca. Nel 1894 Alessandro III morì e suo fratello maggiore Nicola ascese al trono russo con il nome di Nicola II. Sia Nicola che Michele condividevano uno scarso interesse per la politica, vivendola più come obbligo istituzionale. Un obbligo che pesava molto allo stesso Michele, tantopiù in virtù del fatto che fosse il secondo in linea di successione dopo l’unico figlio maschio di suo fratello, lo zarevic Aleksej. Tuttavia, il giovane principe era affetto da una grave forma di emofilia, il che lo rendeva estremamente fragile. Anche un piccolo urto si sarebbe potuto rivelare fatale.
Dopo gli studi, Michele Romanov intraprese la carriera militare, continuando ad ottemperare ai suoi doveri istituzionali. Ad esempio, rappresentò la famiglia imperiale russa ai funerali della Regina Vittoria a Londra nel 1901. Nel 1907 si innamorò di Natalia Seremetevskaja, già divorziata e con una figlia, risposatasi con un ufficiale dell’esercito, Vladimir Wulfert. I due divennero amanti, ma il marito di Natalia non ne voleva sapere di acconsentire al divorzio. Cambiò poi idea dietro un lauto pagamento. Nel 1910 nacque l’unico figlio della coppia, Giorgio, che tuttavia rimase escluso dalla successione in quanto frutto di un unione fuori dal matrimonio e non approvata dal capo della casata, Nicola II.
Nel 1914 la Russia entrò nella Prima Guerra Mondiale, entrando in ostilità contro Germania, Austria-Ungheria e Impero Ottomano. Dopo alcuni successi iniziali, il conflitto prese una piega disastrosa per i Russi. Gli insuccessi del fronte furono la goccia che fece traboccare il vaso di una situazione interna già alquanto tesa. Il governo autocratico dello zar, ormai anacronistico, era infatti assai impopolare. La bolla esplose nel marzo del 1917, quando una copiosa manifestazione a Pietrogrado, l’attuale San Pietroburgo, allora capitale della Russia, indusse lo zar Nicola II a rinunciare al trono.
Nell’estremo tentativo di salvare la monarchia, dapprima penso di abdicare a favore dello zarevic Aleksej. Tuttavia, l’astio popolare nei confronti della zarina Alessandra, che avrebbe preso le redini del governo fino alla maggiore età del figlio, lo indusse ad indicare quale suo successore il fratello Michele il 15 marzo 1917. Il già titubante Michele venne convinto a lasciare il trono da Aleksander Kerenskij, uno degli esponenti del governo provvisorio formatosi in seguito alle proteste. Agli occhi dell’opinione pubblica, infatti, la monarchia era compromessa in maniera tale che non c’erano più gli estremi per una sua sopravvivenza. Il 16 marzo 1917, quindi, Michele abdicò lasciando che la Russia divenisse una repubblica.
L’ultimo zar di Russia, quindi, non sarebbe Nicola II, bensì Michele II Romanov. Tuttavia, la brevità del suo regno è tale da non inserirlo nella cronotassi dei monarchi russi. Michele Romanov e la famiglia furono posti agli arresti domiciliari. Tuttavia, Natalia e Giorgio riuscirono a fuggire, mentre Michele rimase bloccato in Russia. Nel novembre 1917 la rivoluzione bolscevica portò Lenin e compagni al potere. Come accadde al fratello Nicola e alla sua famiglia, anche Michele finì fucilato il 12 giugno 1918.